LA LESBICA E LA MERCEDES

di CRISTIANO GATTI – Cacciata di casa perchè lesbica, diventata martire e simbolo di tutte le battaglie civili, Malika torna in prima pagina perchè s’è comprata la Mercedes con i soldi della sottoscrizione avviata nel suo nome, scopo aiutarla a ri-farsi una vita.

A quanto pare, dal suo punto di vista è difficile comprendere quale sia il problema. Dopo aver provato inizialmente a negare, di fronte all’evidenza del video diffuso in rete, che la vede contentona alla guida della macchina nuova, così cade dal pero: “Ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto”.

Ecco, appunto: poteva comprarsi un’utilitaria, ma ha preferito la Mercedes. Poche storie. Dove sta lo scandalo. La solidarietà di tanti italiani le ha consegnato 140mila euro, la ragazza di Castelfiorentino li spende come le pare. Libertà, rispettare la libertà. I soldi sono suoi e ne fa quello che vuole. C’è qualcosa in contrario?

Se Malika davvero non comprende che qualcosa stride, che una sottoscrizione a favore della lesbica rimasta in mezzo a una strada presumibilmente non nasce per fargliela percorrere in Mercedes, forse è persino inutile provare a spiegarglielo. Magari potrebbero provarci tutti quelli che hanno caricato su questa storia l’intero peso ideale della questione “omofobia&derivati”, senza lasciare fuori nulla, dal ruolo superato della famiglia all’urgenza del DDL Zan. Tanta gente si muove in base a nobili e intangibili ideali, Malika si muove in Mercedes e fine della questione.

Ciascuno poi tira le conclusioni che vuole. Di sicuro, la Mercedes di Malika non deve essere presa a prestito per farla diventare una nuova arma letale contro la legittima questione del rispetto costituzionale, valore alto che tutela anche tutte le minoranze e le diversità, compresa l’inclinazione sessuale dell’individuo. Se Malika usa i soldi della solidarietà per farsi la Mercedes, il passaggio successivo non può essere un nuovo disprezzo degli omosessuali. Le lesbiche non c’entrano nulla con la Mercedes di Malika, sarà bene spiegarlo subito agli odiatori che non aspettavano altro.

Piuttosto, a Malika andrebbe detto questo, giusto due parole perchè la sua auto non sfili via poi così inosservata, nella normalità che lei pretende: cara ragazza, la tua coscienza potrebbe suggerirti che nelle intenzioni dei donatori quei soldi andavano spesi non proprio in auto di lusso. Se non ci arrivi da sola, prova a farti aiutare. Uno sfondone resta uno sfondone, che lo faccia una lesbica o che lo faccia una non lesbica.

E se comunque non cogli lo strano sferragliare della questione, devi almeno sapere che grazie a te e alla tua Mercedes, alla tua libertà e al tuo sfizio, certamente da domani la vita degli omosessuali sarà comunque un po’ più difficile. Magari non di molto, ma almeno di un mezzo etto sicuramente sì. Complimenti per l’impresa, se ne sentiva il bisogno. Abbassando il finestrino, puoi già sentire il clamore di questa insperata rivincita omofoba. Non basta alzare il volume della radio, per silenziarla.

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