LA GRANDEZZA DELLA MADRE

Quando terminai la scuola media, parliamo di 50 anni fa, gli insegnanti convocarono i genitori degli allievi per un confronto sugli studi successivi. Quando fu il turno di mia madre, l’insegnante di lettere, credo fosse lei, dopo averle fatto i complimenti per il mio ottimo rendimento, disse che dava quasi per scontato che avrei proseguito con profitto gli studi al Liceo Classico e quella era la scelta naturale per assecondare le mie attitudini. A quel punto insorsi e, con motivazioni che non ricordo più, sostenni convinto che avrei voluto frequentare il Liceo Scientifico. Mia madre ascoltò le mie ragioni dichiarando all’insegnante un po’ attonita che si fidava delle mie scelte e, visto il mio comportamento scolastico, spiegò come fosse giusto che io fossi accontentato. E così fu.

Quello che mia madre non aveva capito è che io sceglievo il Liceo Scientifico, già frequentato da mio fratello maggiore, soltanto perché ne ascoltavo affascinato racconti mitici a proposito di scioperi, occupazioni, ragazze e minigonne. Quello mi interessava! Ragionavo da ragazzino inesperto, quale ero, senza alcuna valutazione sul mio futuro.

Sicuramente, dal punto di vista dei contenuti, mia madre ha sbagliato ad assecondarmi. Per le mie scelte professionali sarebbe stato certamente meglio avere più solide basi umanistiche. Ad esempio, non conosco una parola di greco, del latino non ricordo praticamente nulla e così via.

Eppure, dal punto di vista affettivo, quanto ha aiutato la mia crescita il sapermi apprezzato e sostenuto! Soprattutto nei momenti di scelte difficili. Ciò che sembra un errore, può rivelarsi utile se visto da un altro versante. E viceversa. La certezza di essere amato e valorizzato, questo l’insegnamento di mamma.

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