LA GIORNATA DEL SINGLE, IL TRIONFO DELL’IO

di MARIO SCHIANI – In quarant’anni, dalle comuni popolari alla festa dei single. Dalla giacca blu (o verde) imposta da Mao quale uniforme contro l’individualismo, alla celebrazione più sfrenata del capriccio personale, dell’auto-gratificazione senza remore e senza limite di spesa. Per chi ancora non lo sapesse, oggi, 11 novembre, è la Giornata dei Single: lo è anche da noi, almeno informalmente, visto che alcune catene commerciali ci stanno provando a farla entrare nelle nostre abitudini, ma è soprattutto in Cina, dove è stata inventata, che, in linea con l’impostazione centralistica del Paese, è ora un affare di Stato.

Soprattutto un affare di cassa, in realtà: lo scorso anno, a Pechino e dintorni, l’11 novembre ha fruttato qualcosa come 38,4 miliardi di dollari in vendite online, ma non è difficile prevedere che il record cadrà presto, questione di ore.

Dietro a questa trovata pare ci sia Jack Ma, 56 anni, imprenditore tutto genio e pochi scrupoli, fondatore dell’Alibaba Group e forse l’unico nel settore del commercio online a giocare nello stesso campionato di Jeff Bezos. La data dell’11 novembre è stata scelta perché basta scriverla per ritrovarsi sotto gli occhi un inno all’individualità: 11-11. Il 2 non è contemplato, figuriamoci il 3 o il 4.

A guardar bene, risponde soprattutto a una precisa scelta commerciale: cade a portafogli ancora gonfi, prima che il Natale si porti via una bella fetta di credito e San Valentino assesti la mazzata finale alla MasterCard. Ma se a Natale, e a San Valentino, l’esborso è indirizzato alle relazioni – famiglia, conoscenze, partner – l’11 novembre è un giorno tutto per disaccoppiati, o scoppiati se preferite; un giorno in cui l’auto-gratificazione diventa pubblica, celebrata, e non più una faccenda che rimane tra noi e YouPorn.

La Giornata del Single, nella sua sfacciata impostazione commerciale, raggiunge tuttavia altissime vette simboliche per come è perfettamente organizzata. Il single, naturalmente, non si aspetta che qualcuno gli faccia un regalo perché ciò incrinerebbe la purezza del suo status: dovrà dunque farselo da solo e, viste anche le precauzioni anti-Covid, provvederà a ordinarlo online. Questo gesto metterà in azione un superbo meccanismo nel corso del quale il regalo viene confezionato, spedito e consegnato senza che il single di cui sopra debba abbassarsi ad alcun immondo contatto umano. Neppure dovrà accennare un saluto al corriere incaricato della consegna, per la buona ragione che il meccanismo non prevede la partecipazione di alcun corriere. Nei giorni precedenti l’11 novembre, nelle città cinesi vengono installati degli enormi armadietti mobili, come quelli in cui in certe stazioni è possibile lasciare in deposito la valigia: è in quegli scomparti che gli auto-regali saranno consegnati. Il cliente riceverà un codice che gli permetterà di sbloccare lo sportello e ritirare il suo pacco.

La Giornata del Single batte ogni record in fatto di giro d’affari perché elimina il fattore “braccino corto”: se il volume natalizio dei regali impone rigidi budget, per cui lo zio finisce per ricevere un’agendina o il calendario di Frate Indovino, il single, nella single-giornata dedicata a lui medesimo, non bada a spese: sì è generosi con chi si ama e molti amano soprattutto quel tale che vedono ogni mattina nello specchio del bagno. Qui va riconosciuto che la Giornata del Single gioca in favore della nostra bilancia dei pagamenti: abiti firmati, scarpe di lusso, cravatte di cashmere, tutta roba in cui noi abbiamo le mani in pasta (a proposito: perché non auto-invitarsi a cena in un ristorante italiano? A Hong Kong c’è l’unico tre stelle Michelin fuori dai confini nazionali, l’“Otto e mezzo Bombana”).

A qualcuno potrà rimanere sul gozzo il dubbio che, parlando di festa, parliamo di una celebrazione, e le celebrazioni dovrebbero essere per definizione un qualcosa che si fa insieme, a riconoscimento di un qualcos’altro collettivamente stabilito: una festa del singolo è dunque un controsenso, se non un’aberrazione.

D’altra parte, però, dobbiamo riconoscere che, qui, il festeggiato è precisamente il protagonista assoluto delle nostre vite, quell’io diventato così insistente ed esigente, così assetato di gratificazioni, da non aver più bisogno di alibi e di accompagnatori, di amici e di buoni vicini. Si fa compagnia da solo, senza che nessuno abbia più ragione e opportunità di fargli presente che razza di mostro sia diventato.

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