Il ragionier Casadei Cesare è l’ultimo centrocampista convocato da Spalletti per la partita contro la Germania. Il ragazzo è spigliato, ha fatto esperienza in Premier League, frequenta un italiano da next generation, ripete “percorso” un tot di volte, è la promessa più importante del Torino, sa interpretare bene il ruolo in mezzo al campo, dicono che assomigli a Tardelli, si muove in difesa e in attacco come sapeva fare il campione del mondo, ma sulla storia del football ha bisogno di robuste ripetizioni.
Intervistato da Paola Ferrari, durante 90esimo minuto del sabato, alle domande “Ti fa paura incontrare Spalletti? E che cosa mi dici dell’urlo di Tardelli?”, il ragazzo, prima ha chiesto di riproporre la domanda, quindi ha smentito ogni sensazione di paura nei confronti dell’allenatore azzurro ma, di fronte all’interrogativo imprevisto sull’urlo di Tardelli nella finale mondiale dell’82, è avvampato nelle gote: “non so di che cosa…”.
A fine intervista gli hanno mostrato l’immagine iconica, la prova tivvù lo ha inchiodato, Casadei ha annunciato che, tornato a casa, si sarebbe aggiornato.
Ora dico, mangi calcio e pallone da mattino a sera, vivi in una città, Torino, nella quale, d’accordo sulla sponda dei gobbi bianconeri, Marco Tardelli ha fatto la cronaca, vai in nazionale dove Tardelli medesimo ha fatto la storia e mai, proprio mai, ti hanno mostrato quelle immagini dell’Ottantadue?
Vabbé, al tempo Casadei non era nato, sono trascorsi quarantatré anni, ma libri, tivvù, dvd, tiktok, social vari, sono pieni del calcio passato, di Maradona e di Cruyff, di Di Stefano e Pelé, di Platini e di Pulici.
E’ come se, a scuola, il ragionier Casadei nulla sapesse di Vittorio Valletta, presidente, amministratore delegato della Fiat e, pure lui, diplomato ragioniere ai corsi serali del Sommeiller di Torino.
So’ ragazzi, vanno capiti: come dice lo stesso Casadei Cesare, ci sarà un percorso.