Esulta, ubriaca, la folla romanista, probabili accenni di spogliarello della Ferilli e canti accorati di Venditti, nuove idee filmiche di Vanzina-Verdone, è di nuovo fuori di testa Damiano dei Maneskin.
Diciamo la verità: Paulo Dybala ha capito il giro del fumo, si è reso conto di poter vivere di rendita restando a Roma a 14 milioni lordi, osserverà il suo compatriota Soulé guadagnarsi la ciriola, lui, dalla panchina in cachemire, saprà di essere desiderato sempre, gli basterà una giocata del suo repertorio e verrà giù la curva della Maggica.
Furbo come una volpe, Dybala sa che l’isola saudita del tesoro lo avrebbe trasformato in uno dei tanti riccastri reduci e sopravvissuti, Roma e la serie A nostrana gli concedono gloria e denari comunque sostanziosi.
Leggo e ascolto celebrazioni dell’atto eroico, una specie di giuramento di fedeltà alla causa romanista, questi sì sono gli esempi del calcio, fuori i mercanti dal tempio, Paulo core de Roma è sempre un “picciriddu” come lo chiamavano al tempo del Palermo.
La faccia da bambino è rimasta tale e quale, un po’ alla Scamarcio, sguardo acchiappante come il dribbling da sbornia immediata o l’a volo da colpo al cuore, prevedo una oceanica accoglienza all’Olimpico, Dybala come Petrolini-Nerone farà Roma più bella e più superba che pria. Bravo! Grazie!