LA MIGLIORE FINTA DI DYBALA

Ci mancava l’ultimo re di Roma. Paulo Dybala ha rifiutato la sontuosa offerta saudita, resta in Italia, ha scritto due righe “ci vediamo domenica”, una furbata argentina, da tango col casqué.

Esulta, ubriaca, la folla romanista, probabili accenni di spogliarello della Ferilli e canti accorati di Venditti, nuove idee filmiche di Vanzina-Verdone, è di nuovo fuori di testa Damiano dei Maneskin.

Diciamo la verità: Paulo Dybala ha capito il giro del fumo, si è reso conto di poter vivere di rendita restando a Roma a 14 milioni lordi, osserverà il suo compatriota Soulé guadagnarsi la ciriola, lui, dalla panchina in cachemire, saprà di essere desiderato sempre, gli basterà una giocata del suo repertorio e verrà giù la curva della Maggica.

Furbo come una volpe, Dybala sa che l’isola saudita del tesoro lo avrebbe trasformato in uno dei tanti riccastri reduci e sopravvissuti, Roma e la serie A nostrana gli concedono gloria e denari comunque sostanziosi.

Leggo e ascolto celebrazioni dell’atto eroico, una specie di giuramento di fedeltà alla causa romanista, questi sì sono gli esempi del calcio, fuori i mercanti dal tempio, Paulo core de Roma è sempre un “picciriddu” come lo chiamavano al tempo del Palermo.

La faccia da bambino è rimasta tale e quale, un po’ alla Scamarcio, sguardo acchiappante come il dribbling da sbornia immediata o l’a volo da colpo al cuore, prevedo una oceanica accoglienza all’Olimpico, Dybala come Petrolini-Nerone farà Roma più bella e più superba che pria. Bravo! Grazie!

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