LA FAMIGLIA DEGLI ULTIMI STERMINATA DALLA NOSTRA CIVILTA’

Non è la prima volta: morire e nessuno che se rende conto, nemmeno dopo lungo tempo. Ricordo Marinella di Como, ritrovata dopo due anni, quasi per caso, per la vegetazione che prosperava a dismisura, quasi a voler richiamare l’attenzione.

Ora giunge a noi la storia della famiglia Canullo di Macerata, un domino di tragici eventi che portano al crollo finale, un crollo non percepito, ignorato, come devono essere state quelle vite disgraziate.

Padre, madre, figlio. Quest’ultimo, Alessandro, a seguito di un incidente stradale era costretto da anni su una sedia a rotelle e ad occuparsi di lui e di tutto erano i genitori, Eros e Angela Maria. Poi l’ictus di quest’ultima e il Vecchio Eros, ottant’anni, a occuparsi di loro e di tutto. Infine il malore letale del padre e più nessuno a occuparsi di niente.

Il padre muore. La madre inerte e il figlio quasi, a loro volta a morire letteralmente di fame e di abbandono. La tragedia risale a settembre 2021, o meglio il ritrovamento, ma dopo analisi e indagini meticolose, ciò che pareva una fatale disgrazia, il classico monossido di carbonio, si rivela l’atroce e insopportabile quadro di una disgrazia incredibile e inimmaginabile, se solo non fosse la prima.

Ma in che razza di Paese viviamo? I servizi sociali erano a conoscenza dello stato di isolamento e di difficoltà della famiglia, ma questo non ha impedito la tragedia. La verità è che, servizi sociali o asociali, ce ne freghiamo di chi sta male o è in difficoltà e il fatto che non chiedano aiuto è solo un paravento trasparente che certo non mette in pace la coscienza.

Queste non sono storie di morte, queste sono storie di vita incivile, la nostra, che se ne sbatte di tutto e tutti, una volta acquisito il benessere che ci fa stare da papi e che ci mostra la sofferenza e l’affanno degli altri distanti e alieni. Qualcuno se ne occuperà, in fondo, qualcuno che deve farlo ci sarà. Così ce la caviamo.

No, non c’era. Né a Macerata con Eros, Angela Maria e Alessandro, né a Como con Marinella, né altrove, ovunque sia accaduto un simile assurdo abominio dell’uomo nei confronti di un suo simile.

Provo a ricompormi, capisco che i servizi sociali dei Comuni siano sempre intasati e assillati da mille questioni, ma un incaricato, un volontario, un pensionato, una leva civica, un uomo di buona volontà che con regolarità faccia visita alle case più bisognose è davvero così difficile da immaginare?

Molte persone non chiedono aiuto, per dignità, per educazione, per timore di essere inopportuni o per illusione o presunzione di cavarsela comunque da soli, ma questo non significa che quell’aiuto vada negato finché non richiesto.

A volte le persone nemmeno immaginano di poter chiedere o poter avere un aiuto e una parola di sostegno, ma se la civiltà di un popolo abita da qualche parte non dev’essere troppo distante da qui, dalla capacità di offrirli, quell’aiuto e quella parola.

Da Milano, da remoto diremmo oggi, a settembre 2021 è partito l’allarme, da un familiare che da mesi non riusciva a mettersi in contatto con la famiglia Canullo. Non da Macerata. Se non ci fosse stato quel familiare, magari ne avremmo riparlato tra qualche anno.

Uomini come fossili: non fuori moda, come vuole il detto, ma fuori dal Comune.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *