LA DURA BATTAGLIA DELLO (O DELLA?) SCHWA

di JOHNNY RONCALLI – Sara, Serena, Sofia e Nando sono partitӘ per una vacanza. Hanno portato lo stretto indispensabile, sostengono, ma tuttӘ e quattro hanno pensato che non si potesse fare a meno di un cospicuo numero di libri. Come non capirlӘ!

Il mio computer, che non si fa mai i fatti suoi e non prevede innovazioni – proprio lui! -, non esita a sfoderare la matita rossa e per almeno tre desinenze richiama all’ortodossia: quel carattere è sbagliato.

Invece no, non si tratta di refuso, ma di desinenze del futuro. Prossimo, remoto o pronto per un volume della serie “Urania”, non saprei.

Si tratta del segno ‘Ә’, del segno denominato ‘SCHWA’.

Le lingue nascono, crescono, a volte muoiono. Più spesso si trasformano.

Qualcuno, o qualcuna, vorrebbe la lingua italiana ‘più inclusiva e meno legata al predominio del genere maschile’, si legge su “ilpost.it”, e vorrebbe che gruppi di soggetti misti venissero identificati con un segno grafico neutro, laddove la grammatica prevede la suddetta maschile prevalenza.

Da un lato mi sovvengono immediatamente certe battaglie lessicali boldriniane, spesso noiose, dall’altro è un fatto che la predominanza maschile da secoli sia scelta deliberata e socialmente consapevole, nella lingua italiana ma non solo. In quella francese accade la stessa cosa: il maschile prevale sul femminile.

Potrei dilungarmi sullo schwa. O sulla schwa, meglio non rischiare. Chi ha dimestichezza con questioni di fonetica sa che si tratta di un segno internazionale, una sorta di vogliamoci bene delle vocali, dove le pronunce nitide dell’italiano tendono a diluirsi, non a caso si parla di vocale intermedia. Ma la storia del simbolo è molto lunga e complessa, dal medioevo fino alla menzionata fonetica attuale attraverso studi davvero illuminanti di illustri linguisti tra i quali Saussure. Mi fermo, perché mi avverto pedante e verso altri lidi vorrei veleggiare.

Non abbiamo bisogno di alcun segno ulteriore nel nostro repertorio, sono tanti e sono pure al passo con i tempi, ad indirizzo sessuale variegatissimo.

Rimango convinto che, al di là dell’oggettiva prevalenza, il rispetto o lo sfregio o la misoginia si manifestino alla faccia di qualsiasi desinenza, perché dietro un pensiero, dietro uno scritto c’è sempre un uomo. E non scrivo ad esempio, in questo caso, c’è sempre un uomo o c’è sempre una donna, perché mi pare superfluo, e la parola uomo indica evidentemente in questo caso l’essere umano.

È poi vero che il linguaggio può essere un virus, che a volte ne uccide più la penna….ma val la pena ricordare che è l’uomo a deciderne le sorti. I linguisti ci diranno che il linguaggio modifica l’uomo, certamente, ma chi modifica il linguaggio?

Davvero, segni ne abbiamo in abbondanza, Divina Commedia, Canzoniere, Orlando Furioso, i Canti, tutte opere scritte con quell’armamentario. Non vedo Alighieri, Petrarchi, Ariosti, Leopardi all’orizzonte ad ogni modo. Gli epigoni si accontentino di quel che c’è, e chi può dire che la donna esca vilipesa o maltrattata da tali capolavori?

Ho letto di due tizi che scrivevano un’amore, con l’apostrofo, per rendere unico e senza eguali il loro personalissimo idillio. Per dire che i segni poi uno li può anche modellare a piacimento, in privato.

In ultimo, la linguista Vera Gheno aveva ipotizzato l’utilizzo dell’asterisco come simbolo uniformante, finendo poi per preferirgli comunque lo SCHWA, in quanto simbolo dotato di suono.

Io non commento, mi limito a chiedermi: è nato prima l’uomo o l’asterisco?

Un pensiero su “LA DURA BATTAGLIA DELLO (O DELLA?) SCHWA

  1. Fabio Alberti dice:

    È un aspetto deplorevole e deprimente della sottocultura dei ns tempi; lasciando perdere i grandi della letteratura o del cinema, queste figure normalmente anomale sono i portavoce delle organizzazioni criminali: spaccio, prostituzione e riciclaggio del denaro sporco si nutrono di discoteche aperte, di assembramenti nei locali, di speculazioni persino ne mondo dei presidi medici e degli appalti su opere di emergenza. In altri termini nella confusione senza regole che alimenta la pandemia che traffica loscamente ha modo di eludere le regole e continuare a fare soldi illegalmente. Meschini, criminali e stupidi coloro che hanno bisogno di questi poteri per cercare di rallentare il loro inevitabile declino.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *