LA DROGA PESANTE E LA DROGA LEGGERA DI SALVINI

No Salvini, non è come salire e scendere dalla giostra. Sono cose un po’ più serie. Almeno, a noi gente comune, più ancora alla gente comune che nei modi più diversi si ritrova in casa la grana insormontabile della droga, appaiono cose molto più serie. Se per lei invece tutto quanto, la cosiddetta complessità del mondo e della vita, si riduce a un gioco sottile e perverso di convenienze e di consensi, di propagande e di calcoli, almeno non pretenda adesso di uscirne così facilmente.

La droga se la ritrova improvvisamente tra i piedi persino lei, con quel suo spin doctor, il geniale Morisi, beccato col sorcio in bocca (che poi definire geniale uno perchè ha inventato “La Bestia” mi sembra proprio di manica larga). Comunque. Qualcuno adesso reagisce alla sua maniera, ironizzando pesantemente con frasi del tipo “e adesso chi citofona a Salvini?”, ricordando quando lei citofonò allo spacciatore di Bologna. Ma non è così sorprendente. Resta di pessimo gusto, ma non può sorprendere. E’ il minimo, nel gioco cattivo della guerra politica. E’ il minimo che dovesse aspettarsi. Perchè lei è sempre il primo a cominciarlo, questo gioco.

Le rinfacciano adesso di aver sempre usato modi troppo brutali nei confronti della droga e dei drogati, più che altro degli spacciatori (le va dato atto). Draconiano e giustizialista, sulla questione. Ma dopo tutto non è questo che dovrebbero rinfacciarle pesantemente. A me, per esempio, suona molto più colpevole il suo modo di assolvere l’amichetto, con frasi del tipo “è l’errore di un amico, ma può contare su di me”. Naturalmente non è in discussione il valore dell’amicizia, sempre sacro e inviolabile, soprattutto nel momento nero. E’ in discussione l’atteggiamento facilone, la leggerezza con cui passa sopra l’intera faccenda, come avessero pescato il suo amicone a sbirciare nella serratura dello spogliatoio delle femmine, all’epoca del liceo.

Caro Salvini, dev’essere ben chiaro: Morisi resta tale e quale a tutti gli altri, a quelli che lei ha giudicato con disprezzo, perchè se davvero spacciava si macchia di una colpa vergognosa e imperdonabile, benchè sia amico suo, benchè sia un genio, benchè abbia inventato “La Bestia”. Non basta una pacca sulla spalla, qualche parola del genere cos’avrà fatto mai, non ha ammazzato nessuno. No, nemmeno se è dei suoi. Le droghe non sono pesanti o leggere a seconda di chi ne fa uso e spaccia, se leghista o non leghista. Alla sua intelligenza e alla sua statura politica sarebbe richiesto di usare lo stesso metro di giudizio con amici e nemici, sulle più alte questioni morali. Che si voti Lega o che non si voti Lega: vale comunque, sempre.

Delle due l’una: o lei è una persona seria e un politico di razza, per cui sulla droga – almeno sulla droga – non esistono figli e figliastri, due pesi e due misure, amici e nemici, oppure lei è un politicante di bassa lega che nella vita coltiva solo valori molto pratici, valori come prezzi, con un codice etico multiuso e polifunzionale, in base ai momenti e alle circostanze.

Dica lei se è l’uno o l’altro. Il popolo italiano la osserva e aspetta di sapere. Non lo faccia pensare male.

 

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