Non fa una grinza. Purtroppo Donzelli non è Minnie ed è solo Donzelli. Così come Bignami verosimilmente non è un gerarca nazista, anche perchè arriverebbe un po’ fuori stagione. Però la questione non è proprio così cretina. Dopo tutto, rimane pur sempre il diritto di domandarci perchè mai, tra la possibilità di travestirsi da Orso Yoghi o da Crudelia Demon, a un tizio venga in mente di allestirsi proprio da gerarca nazista. Ci sono piccoli dettagli che hanno la portata ideale della grossa sostanza, diventa ben triste quando non riusciamo più a cogliere certe sfumature. Facendo il sarcastico, il potentissimo Donzelli tra l’altro sorpassa a destra lo stesso travestito, che da giorni ripete in continuazione la stessa cosa: “Ero più giovane, era un’occasione particolare, ma certo resta un fatto di cui mi vergogno e che non rifarei più. Non voglio sminuire, sono imbarazzato”.
Ecco, potremmo uscirne tutti così, evangelicamente: con la vergogna del gerarca, il suo pentimento, e la speranza generale che oggi sia un’altra cosa, magari un’altra persona, trovandosi pure al governo. E amen. Però qualcuno nel cerchio magico della Meloni dovrebbe anche farsi carico di spiegare a Donzelli, nuovo coordinatore nazionale del partito, la differenza tra Minnie e Hitler. Adesso che si traveste da statista, potrebbe persino capirla.
Egr. Dott. Cristiano Gatti,
lo dico sinceramente, scusandomi semmai fosse una colpa : non so chi sia questo Donzelli, e tanto meno mi è noto il Bignami viceministro alle Infrastrutture dell’attuale governo a trazione Meloni.
Conosco un altro Bignami, di cui ho una certa nostalgia, ma escludo che vi siano affinità o parentele, ancorchè lontane.
Non nego che osservo sempre con una certa curiosità, che spaccio per attenzione, alcune delle “rappresentazioni fotografiche” che ci vengono incessamente e quotidianamente propinate dai cd. social.
Non mi è sfuggita , dunque, l’immagine del giovanotto travestito da nazista e, al contempo, dal sorriso ebete.
Non saprei dire se sia da commiserare più l’abbigliamento funereo con tanto di croce uncinata al braccio a simbolo di lutto perenne , o l’espressione non certo indicativa di una mente sopraffina.
Sta di fatto che ho liquidato la cosa con un semplice e sbrigativo “Ma guarda ‘st’imbecille !” .
Ovviamente , non sapendo chi fosse, mi scuso se ho forse ecceduto. Forse.
Cordialmente.
Fiorenzo Alessi