LA COMPAGNA BARBARA

di TONY DAMASCELLI – La vorrebbero Santa. Trattandosi di Barbara meglio evitare l’esplosivo equivoco. Trattasi di D’Urso, donna bella, di quelle che non hanno età, anzi migliorano, come certi uomini che, nel tempo, vanno sul brizzolato e acchiappano meglio che in gioventù.

D’Urso Barbara, in attesa della santificazione, vive beata la sua popolarità televisiva, occupa qualunque spazio Le venga offerto, anche se nei corridoi e negli studi di Mediaset si sussurra che ormai abbia riempito i cosiddetti, si sia allargata troppo e, per ultima, la dichiarazione o la promessa (o la minaccia) di buttarsi in politica non sia stata assorbita con un sorriso.

A Lei le fanno un baffo, da strappare con la ceretta, si porta la mano al petto significando che il cuore le batte assai, assume la strana postura di fianco, mette le labbra a sedere di gallina e finge di fare l’oca, confeziona set improbabili, invita la qualunque, stuzzica la rissa in stile biscardiano, ma averne del grande Aldo perché nei programmi barbarici si va oltre, si esibisce il peggio che ormai viene definito trash e, secondo i famosi docenti di tivvù, fa ascolti, fa share, attira pubblico e sponsor.

Sarà anche così in questo mondo miserabile ma qualcuno dovrebbe mettere occhio non soltanto sul contenitore della signora, compresi gli abiti, ma sui contenuti che smarriscono spesso il pudore minimo. L’Ordine dei giornalisti l’ha sbattuta fuori dalla categoria per colpa di alcune pubblicità, proibite dalla famosa deontologia che, tuttavia, dimentica certi commercial occulti di altri iscritti.

Ha vissuto amori mille, cambiando gusti e gesti, da Memo Remigi di “Innamorati a Milano”, sapessi come è strano, a Vasco Rossi e la vita spericolata, o un Vale Rossi che pensava di avere sperimentato tutte le curve del mondo ma non quelle magiche della Nostra.

La quale Maria Carmela, in arte Barbara, non ha rivelato a quale movimento politico aderirà, ma ha confessato di avere votato, nella belle époque, per il piccì. Ecco perché, in televisione, si rivolge al popolo proletario. Sarà quello a portarla alla Camera. E immagino il giorno in cui prenderà la parola, di fianco, battendosi il cuore e con la bocca a forma che sappiamo. Un bell’applauso.

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