LA CASTA ARBITRALE CHIUSA NEL BUNKER

Ultime dal pianeta Rocchi: “può essere giallo ma anche rosso”. Così ha detto il capo degli arbitri spiegando episodi vari della giornata calcistica.

Una presa di posizione netta, chiara, definita che serve per comprendere lo stato di confusione totale del sistema arbitrale, figlio o vittima o martire delle decisioni scritte, elaborate e imposte dalla Fifa e, a seguire, dall’Uefa.

Il calcio contemporaneo vive il senso del potere di persone che con questo sport hanno fatto carriera e soldi per poi occupare ruoli apicali nel governo mondiale del football. Chi chiede uniformità di giudizio vive tra Baci Perugina e film di Frank Capra, gli arbitri sono sei tra campo e Var, dodici occhi strabici che hanno perso di vista, chiedo scusa per la battuta, il significato di questa disciplina, trasformandola in una autopsia continua, gioco sospeso, azioni interrotte, rifiuto di spiegazioni.

Il calcio prevede la libera circolazione di tutti gli attori, calciatori, allenatori, dirigenti, medici, massaggiatori, preparatori atletici, ma non degli arbitri che proteggono il proprio circuito interno, dicasi casta, per poi smentire questa ipocrisia e circolando nelle coppe europee, da un paese all’altro.

Si potrebbe provare, affidiamo Inter-Juventus e tutte le altre di campionato ad un sorteggio europeo, i soldi per pagare le trasferte, vitto e alloggio, ci sono, credo però che così facendo si perderebbe la possibilità di governarli da dentro. E allora liberiamoli dalla dipendenza delle federazioni, siano professionisti “liberi”. Mi rendo conto, mentre scrivo, che trattasi di utopia o demenza senile. Meglio la prima.Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *