A Bankitalia sono settimane tese, il Paese assiste con il fiato sospeso, avanti di questo passo si rischia lo stallo, lo sciopero addirittura. No, non parlo di tassi d’interesse, buoni del tesoro o investimenti cattivi, parlo della mensa aziendale.
“Open.online” ci fa sapere che ormai i rapporti tra la dirigenza e i dipendenti sono ai ferri corti. Più di uno i motivi del contendere, ma innanzitutto lo yogurt. Sono mesi che la scelta è ridotta a due gusti e sempre quelli: banana e fragola. E come si può resistere a una tale restrizione?
Innanzitutto si chiede al sindacato di intervenire. Ce n’è uno sempre in prima linea su questioni vitali come questa, pare, si chiama SIBC (Sindacato Indipendente Banca Centrale) e già che ci siamo le istanze sono anche altre.
Ancora la mensa, ad esempio. Menù ristretto e degrado: “I colleghi che fruiscono della mensa si trovano davanti possibilità di scelta ormai limitate a verdure congelate con preparazioni approssimative, sughi in prevalenza pronti o la sempiterna pasta al pomodoro “fresco” (forse…), materie prime di qualità medio-bassa, frutta quasi mai di stagione”. Così il Sindacato.
Nella circoscrizione SUD, dove notoriamente si mangia un poco più tardi, ci dicono che “capita anche di vedere il cuoco abbandonare la cucina alle 13.15 (Schettino al confronto era uno tosto, nota del Sindacato), lasciando utenti basiti e colleghi addetti alla distribuzione alle prese con pasti freddi e rimanenze da smaltire”.
E poi l’aria condizionata, temperatura imposta a 27 gradi. Ci dice ancora il Sindacato: “Non sembra essere stata colta la grande novità offerta gratuitamente dalla Banca: la sauna integrata in ufficio. In edifici di vetro e acciaio, dove si ostinano a soggiornare forzosamente mammiferi inabilitati a lavorare estensivamente da remoto, e restano accesi centinaia di computer, durante le ore in cui batte il sole (cioè tutte) le temperature degli uffici raggiungono livelli di benefit senza nemmeno dover sostenere costi aggiuntivi”. “Gratuitamente, nei giorni in cui non possono lavorare da casa perché eccedere i 10 giorni avvicina al demonio, i dipendenti escono il pomeriggio tonificati dalle 8 ore di sauna”.
Scontato pensare che tutti i dipendenti a casa propria posseggano impianti di condizionamento.
Comunque, il momento è difficile, i dirigenti voltano le spalle mentre servirebbe un segnale, una mano allungata che dia a intendere comprensione, una virata rispetto non al pensiero ma al gusto unico, sia pure doppio.
Dove lavoro io c’è un cantiere in corso e diversi operai che stanno rifacendo interni e rivestimenti dei tetti. Sole a picco senza risparmio, temperature disumane, fontanella dell’acqua per fortuna attiva e una piccola pausa come si può. Per 27 gradi in questo periodo sarebbero capaci di tutto.
Al rientro però quasi quasi un pensierino glielo faccio, porto loro qualche yogurt fresco e rinfrancante. Gusti banana e fragola, naturalmente.
Anzi no, ne aggiungo un terzo, uno qualsiasi, per rivalsa.