La seconda fase comincia quando ci rendiamo conto che sarà ancora lunga. Di colpo, l’atteggiamento costruttivo si affievolisce e ci assale l’incertezza sul futuro. E’ il tempo di cambiare registro e prepararci alla resilienza, cioè fare di tutto per assorbire gli urti senza problemi.
Sarà una questione di tenuta fisica e psicologica. Meglio pensare di trovare gli accorgimenti necessari per impiegare meglio il nostro tempo e di diversificare le attività, inventando diversivi. Ci tocca tenere alto il morale, sforzandoci di vedere i lati positivi assieme alle persone con cui viviamo o con cui ci sentiamo di frequente. Sono diventati loro i nostri nuovi compagni di viaggio di tutti i giorni.
E’ comunque decisamente la fase più dura, e allo stesso tempo fondamentale, per uscire da questo tunnel al meglio possibile.
Il business sta ormai riducendosi al lumicino, ma il lavoro ci aiuterà a tenerci attivi. Skype o simili sono i nuovi protagonisti di oggi: 3-4 appuntamenti giornalieri – anche da 40-50 persone collegate simultaneamente-, email e video telefonate come se piovesse. Non sono mai stato così tanto davanti allo schermo del pc: alla sera ho occhi e orecchie provati.
Per tanti l’esperienza del lavoro da casa forzato non è esattamente lo smart working pianificato a tavolino. Abbiamo dovuto saltare i preliminari e siamo stati scaraventati a casa, tutti, invadendo spazi e rompendo equilibri.
In questi momenti scopriamo alcuni strumenti nuovi: i webinar, cioè i seminari sul web. Fino a poco tempo fa relegati a temi più specifici di formazione, ora sono esplosi quelli comportamentali: il tuo badante virtuale, con master in psicologia. Lui ti dice cosa devi fare e come, ti consiglia per il meglio e ti accompagna nella tua nuova esperienza. Da remoto, intendiamoci, ma con una pacca sulle spalle.
Anche qui ci sono i parvenu. Società che prima facevano tipicamente consulenza direzionale che si sono riconvertite in un attimo per recuperare fatturati. Diffidiamo e stiamone lontani. C’è chi, invece, ha sempre fatto coaching in modo professionale e che ha investito le sue competenze in un mezzo soltanto più moderno. Alcuni sono davvero bravi. Come sempre la regola è: selezionare con la propria testa e non farsi abbindolare dal nuovo solo perché nuovo.
Non sono un fan del webinar, ma nemmeno bisogna essere contrari a priori. Ho mandato avanti dei volontari per testarli e i ritorni sono stati più che discreti.
I suggerimenti del corso base sono semplici, ma magari efficaci. Dicono, per esempio, di comportarsi come se si fosse in ufficio e cioè: prepararsi e vestirsi di tutto punto (magari la cravatta no), come per uscire, organizzare il tavolo come fosse la scrivania – possibilmente in un luogo isolato -, seguire gli orari di lavoro consolidati e stare in contatto con le persone che si incontrano normalmente in azienda. Non solo i colleghi stretti, ma anche chi si incontrava alla macchinetta del caffè, e farlo con il video e non la voce. Ecc. ecc.
Mi accorgo di essere della vecchia guardia e di usare più l’istinto e l’esperienza, però mi piace che l’azienda sperimenti cose nuove in questi momenti di grande discontinuità. Welcome webinar, vediamo cosa sai fare.