KVARA, OSIM E DI MARIA: IL RESTO E’ UN CARNEVALE PAESANO

Il calendario della serie A è stato elaborato da un computer difettoso sfuggito al controllo di un gruppetto di ubriachi.

Come inizio non è male, ma è la fotografia esatta di quello che accade nel nostro meraviglioso campionato di calcio. Si gioca in quattro giorni diversi, pur in assenza di coppe europee, si anticipa e si posticipa con l’alibi degli impegni del giovedì, ma all’estero le squadre che hanno affrontato Euroleague e Conference league sono poi regolarmente scese in campo alla domenica.

Venerdì prossimo la Lazio anticipa contro il Napoli perché poi il martedì successivo avrà la Conference league, ma in Premier, cito a memoria e a caso, il Chelsea gioca sabato e poi martedì andrà in Champions.

Dunque il calcio italiano prosegue avvinazzato, come sostenevo. Gli stadi, fatta eccezione per Roma, Milano e Napoli, sono semi deserti, improbabili i prati di gioco, quello di san Siro tra tanti, litigi condominiali e dibattiti sulla connessione internet e relativo contratto Dazn. Tralascio il Var, ma ne approfitto per segnalare la farsa del manipolo che lavora a Lissone, centro spaziale sella regolarità del gioco: i cinque delegati vestono la tuta, pronti, nell’evenienza, a partire, con si sa come, verso i luoghi del misfatto. Poi ci sono i quattro del campo, arbitro, giudici di linea e bordocampista, che si collocano, con postura da culturisti, per la storica fotografi prima del fischio d’inizio.

Questo è il riassunto della commedia all’italiana, spesso una farsa, nella quale ci divertiamo ad offrire il teatro a un quarantaduenne, Zlatan Ibrahimovic, così come a Parma Gigi Buffon e i suoi 45 anni fanno cronaca e almanacco, perché il resto è robetta ordinaria, a parte quei due là davanti, dico Kvara e Osim, del Napoli, o il Di Maria sprecato a Torino. Coriandoli bagnati di un carnevale paesano.

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