IO GOBBO FELICE, FINALMENTE LIBERO DA RONALDO

di PIER AUGUSTO STAGI – Fine di una favola che non ho mai voluto ascoltare, perché nulla aveva di fiabesco e puro, sincero e sognante. Sarò un inguaribile bimbo, ma come si fa a sognare con uno che sembra la caricatura di un personaggio 3D della playstation, lui un ragazzino moccioso mai cresciuto e capriccioso che gioca maledettamente bene a pallone, ma è consapevole che il pallone è suo, lo stadio pure, le città anche e il mondo è ai suoi piedi e se non lo ammiri per soli due secondi mette il broncio.

Viziato? Sicuro! Megalomane? Certo! Insopportabilmente insolente? Anche! Irrispettoso dei compagni che tratta non da professionisti di pari grado ma da esseri inferiori? Chiedere ai diretti interessati! Avete capito che non mi dispiace neanche un po’ che CR7 se ne sia andato, abbia fatto le valige in fretta e furia e abbia preso il suo jet privato per Mancester: avesse detto…

Non mi dispiace neanche un po’ che si sia tolto dai piedi, mi spiace solo che ci sia stato qualcuno della nostra gloriosa società che tre anni fa abbia avuto la triste idea di prenderlo, senza puntellare la squadra con adeguati giocatori di pari livello. Abbia pensato che CR7 bastasse per tutto, senza pensare che uno come il portoghese non è mai stato abituato a giocare per la squadra, ma tuttalpiù con una squadra che gioca e si spolmona soltanto per lui. Perché è lui che deve emergere. E’ lui che deve tirare le punizioni (un solo gol, scusatemi se è poco). E’ lui che deve vincere la classifica marcatori (avessi detto!), poco importa se poi si arriva quarti per il rotto della cuffia.

È lui che ha in pratica fatto fuori Allegri e ha messo alla porta Sarri, e lo stesso Pirlo non è stato minimamente aiutato. È chiaro, non è tutta colpa di CR7, ma di chi l’ha scelto, di chi ha pensato che fosse sufficiente per fare un salto di qualità. E in verità il salto c’è stato, all’indietro. CR7 ha trovato una squadra vincente e dopo tre anni di enorme popolarità e buona buonissima stampa lascia una Juve peggiore di quella che aveva trovato. Non è stato in grado di far decollare la squadra degli Agnelli in Europa, anzi, l’ha in pratica affossata.

E dire che tutto nasce da lì, da quella dannatissima coppa con le grandi orecchie che per la Famiglia e tutto il popolo juventino è una vera ossessione. Ronaldo per le casse, per l’immagine e per la gloria. Si, come no. La Juve non si avvicina nemmeno alle semifinali ed esce con Ajax, Lione e Porto. Marotta non ne voleva sapere, si era opposto senza esitazione all’acquisto, tanto è vero che l’hanno invitato a prendere la porta, e ora è a sistemare conti e albo d’oro altrove.

Ronaldo ha anche la grave colpa di aver condizionato tutto il gioco di una squadra e di aver cannibalizzato Dybala (fiaccato anche dagli infortuni e dal long covid, certo), al netto dei 101 gol in tre stagioni, 29 su rigore. Il portoghese, che nel frattempo ha continuato a parlare solo il portoghese, ha sempre fatto molto bene solo i propri interessi, non certo per una società che si è svenata per pagarlo (vedi il debito mostruoso e la necessità di 400 milioni per l’urgente aumento di capitale).

Nel triennio di Ronaldo la Juve ha vinto meno che nel triennio precedente: due scudetti contro tre, una Coppa Italia contro tre, zero semifinali di Champions contro una finale. In questi tre anni la Juve ha visto lievitare considerevolmente il fatturato, questo va detto, così come è cresciuta sui social e nelle sponsorizzazioni. Ma il portoghese ha anche destabilizzato un’ambiente, con la sua algida presenza e il sontuoso emolumento. Doveva diventare il simbolo della nuova Juventus: è il simbolo del suo disfacimento.

Per dirla con l’immenso – lui si che lo è stato e lo è ancora per davvero – Fabrizio De André: in questa storia di amore perduto che forse non è mai iniziato, non resta nemmeno qualche svogliata carezza, figuriamoci un po’ di tenerezza. Se n’è andato pure con il broncio, CR7. Stizzito per non aver avuto uno straccio d’offerta. Per non essere stato considerato dagli Harlem Globetrotters del Paris Saint Germain che hanno pensato ad altro, così come i “galàcticos” del Real. Ignorato da tutti e per questo in rotta – si dice – anche con Mendes, il suo agente. Allegri l’ha messo in panchina, lui ha preferito prendere il suo jet. Io, noi siamo tutti più Allegri.

Un pensiero su “IO GOBBO FELICE, FINALMENTE LIBERO DA RONALDO

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr. Dott. Pier Augusto Stagi,
    Premetto, come lei ben sa, che sono Interista , dal 1966 .
    L’INTERNAZIONALE era la squadra formidabile e vincente , le figurine PANINI dei Nerazzurri andavano a ruba, l’allenatore era il Mago…a chi poteva mai legarsi (per sempre !) un bambino con i “calzoni” corti ?
    Dimenticavo : la JUVE era già la “nemica” per antonomasia , poco contavano le altre contendenti .
    È notorio che quell’INTERNAZIONALE , Sarti-Burgnic e Facchetti…era una fede, non la si tifava semplicemente .
    Come credo sia per tutti coloro che nella vita decidono di schierarsi , Juventini compresi .
    Poi sono venuti …tempi tristi , si sono ingoiati bocconi amari, non si dominava più come prima. Ed i bambini sono inevitabilmente diventati donne e uomini , adulti e , in quegli anni, pure vaccinati.
    Almeno per il sottoscritto la fede è rimasta salda, l’amore si è trasformato in affetto. Mi sentirei di dire, come usano quei simpaticoni di Francesi , c’est la vie.
    Lei è un simpatico Juventino . A mio avviso anche alquanto anomalo . Capace di vedere , e non solo guardare, virtù e vizi della propria Beneamata ( le concedo questo termine, di cui noi interisti abbiamo l’esclusiva).
    Ronaldo , il vostro Portoghese non il nostro Brasiliano , l’ho ammirato ed applaudito per lo spettacolo che sapeva offrire , ma mi è stato sempre alquanto sulle balle (parlandosi di football avrei ben potuto dire anche “palle”, senza chevalcuno se n’avesse a male).
    Ora che si è tolto dalle..suddette , nostre ma soprattutto vostre, possiamo brindare a chi fa ed è solo giocatore di calcio, qualsiasi casacca indossi , senza credersi IL PADRETERNO .
    Mi risulta che ce ne sia solo uno .
    Probabilmente Interista , ma non se n’abbia male , caro dott. Stagi : ama tutti i suoi figli, anche quelli “Gobbi” .
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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