INCENTIVI A CHI, A COSA?

di SILVIO MARTINELLO (campione olimpico Atlanta 96) – È un vero e proprio boom, il Bel Paese riscopre la bicicletta. I 120 milioni di euro stanziati, ma dal governo fanno capire che potrebbero aumentare di altri 70, stanno spingendo la corsa all’acquisto. Confindustria ANCMA, l’associazione di categoria che riunisce le Aziende Italiane produttrici, stima che nel 2020 si venderanno oltre 400 mila biciclette in più rispetto al 2019, che già aveva registrato una discreta crescita rispetto al 2018.

La domanda è partita, massiccia, ora subentra preoccupazione per l’incertezza di soddisfarla. Il settore della bici è un comparto d’eccellenza della nostra industria, occupa 14 mila addetti e vale oltre 1,2 miliardi di euro. Dati incoraggianti. Mi interessa però addentrarmi sul metodo con cui verranno distribuiti gli incentivi e sul complesso aspetto culturale, perché la bicicletta non è solo uno strumento di mobilità, ma porta con sé cultura. Quando si pensa ad un progetto, la prima cosa che ci si chiede è: “Quale obiettivo voglio raggiungere?”.

Ecco, qual è l’obiettivo? Contribuire ad un cambiamento culturale della nostra società, attuando politiche di sostenibilità ambientale e di nuova mobilità che incentivino all’utilizzo della bici, o dare un’accelerazione alle vendite fine a sé stessa?

Sinceramente, non vedo progetti lungimiranti in questa iniziativa; se l’obiettivo è quello di consentire un’alternativa all’automobile a coloro che usufruivano dei mezzi pubblici nell’era pre covid per recarsi al lavoro, dal decreto non si coglie. Infatti il bonus lo potrà avere chiunque lo richieda a patto risieda in comuni con oltre 50.000 abitanti, non si distingue l’assegnazione dell’incentivo tra chi utilizzerà la bicicletta come mezzo di lavoro da chi la utilizzerà come mezzo di passatempo e divertimento. Se lo scopo fosse quello di premiare chi sceglie la bicicletta come strumento per recarsi al lavoro, sarebbe stato più utile collegare il bonus all’acquisto di e-bike, mezzi più costosi rispetto alle bici muscolari, e che rappresentano un’ottima alternativa al mezzo pubblico. Ho la netta sensazione che questo bonus sia stato pensato male e strutturato peggio, e soprattutto rischi di non incidere sulle abitudini delle persone, l’ambizioso scopo al quale a mio avviso è necessario mirare.

Una seria politica sulla mobilità green deve necessariamente essere più attenta non solo ad incentivare l’acquisto del mezzo, ma a verificarne l’utilizzo, premiando chi modifica le proprie abitudini e aiuta a rendere più vivibili le nostre città. Una seria politica sulla mobilità green investe in vere infrastrutture, come già citavo nello scritto del mese scorso, compresa la realizzazione di parcheggi e garage dedicati alle biciclette, perché oltre al tema della scarsa sicurezza delle bikelanes esistenti nelle nostre città, l’altro serio problema è legato ai furti delle biciclette.

Una seria politica sulla mobilità green investe in comunicazione, divulgando un messaggio culturale costante che sottolinei la necessità di una civile convivenza sulle nostre strade, intervenendo duramente quando i comportamenti non vanno in questa direzione. Il mondo intero ci sta guardando, anche la comunità a cui apparteniamo, l’Europa, di cui fanno parte Paesi che sul tema ci precedono di decenni. Abbiamo un gran bisogno di Politica con la P maiuscola, quella Politica che guarda all’interesse generale con un orizzonte ampio, consapevole che le scelte di oggi incideranno sulle prossime generazioni.

La Politica è di fronte ad un bivio: da una parte l’opzione a breve termine; ovvero distribuire incentivi e sedersi ad attendere il “ringraziamento” in cabina elettorale da parte di chi è stato aiutato, dall’altra l’opzione a lungo termine, probabilmente meno redditizia sul piano del consenso immediato, ma appunto Politica con la P maiuscola; ovvero investire su una nuova mobilità, sostenibile e sicura, su un nuovo modello di educazione e su un vero progetto salutare e salutistico per la popolazione, incentivandola non solo ad acquistare una bicicletta, ma anche a svolgere una sana attività fisica, che può iniziare dal recarsi al lavoro in bicicletta.

Le sfide politiche del futuro si giocheranno sui temi ambientali e sul diritto alla salute ed alle cure, avranno dei costi altissimi ma incideranno sulla qualità della vita di ogni essere vivente ospite sulla terra.

Per vincere queste sfide è necessario investire sulla cultura, sull’educazione, sul rispetto reciproco, valori che hanno lasciato troppo spazio all’ignoranza che si annida nella maleducazione e nella mancanza di rispetto.

Normalmente, a parte qualche barbaro, chi utilizza la bicicletta parte già da un’ottima base e da un livello sopra la media: pertanto sul tema bicicletta, con annessi e connessi, ritengo valga la pena focalizzare gli obiettivi ed insistere seriamente, cogliendo questa imperdibile chance.

Un pensiero su “INCENTIVI A CHI, A COSA?

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Caro Campione Silvio MARTINELLO,
    non c’è un bel nulla da commentare.
    Parole e considerazioni sacrosante.
    Siamo peraltro al limite della…blasfemia nell’accomunare il vocabolo BICICLETTA , con tutto ciò che culturalmente significa per chi ne conosca la funzione e ne faccia quotidiana pratica , alla POLITICA , con tutto ciò di sempre più…. ai confini della realtà che comporta.
    Se non ricordo male, a proposito di qualcosa che di certo non costituiva una piacevolezza di vita, si diceva …se la conosci, la eviti .
    Altro non trovo che , in qualche modo e confidando nella benevolenza di un obiettivo e sereno giudizio, possa reggere il confronto con la tua argomentata e condivisibile riflessione.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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