Il caso è locale, ma come s’è visto ha travalicato in poche ore i confini del paese di Treviglio.
Ricapitolando. Durante un consiglio comunale, Matilde Tura, in quota PD, propone, per neo genitori o consigliere incinte con gravidanza a rischio, di partecipare alle sedute da remoto.
Immediata la replica della collega consigliera Silvia Colombo (Fdl), che caldeggia la partecipazione in presenza, facendone una questione di priorità e responsabilità. Aggiungendo, perchè non restino margini di ambiguità: bisogna scegliere, se resti incinta ti dimetti.
Ora, la mia sensazione è che entrambe le signore un po’ esagerino.
Colombo, che poi si è scusata per le affermazioni che hanno scatenato più di una reazione a livello nazionale e social, sembra cavalcare l’onda dell’impegno politico inteso come missione, un impegno che, quindi, va ben ponderato prima di essere assunto perché questo è l’atteggiamento serio che si deve agli elettori.
Tura (nella foto, dietro), dal canto suo, rivendica la possibilità di lavorare anche da casa, collegandosi tramite pc, perché la pratica ben si accorda con le politiche di inclusione e facilitazione professionale per neogenitori, tanto care all’area dem.
Sia la volontà di prendere sul serio l’impegno politico, sia la facilitazione per le mamme (e i papà), sono, diciamolo, argomenti buoni da campagna elettorale; e forse è anche per questo motivo che il breve episodio capitato all’interno del consiglio comunale di un paese ha fatto tanto rumore, portando alle dimissioni finali della Colombo.
E allora dove sta la verità? Io mi permetto di ridimensionare un po’ l’accaduto. Perché se è vero che un pur piccolo impegno politico come quello di un consigliere comunale va preso sul serio, e ci mancherebbe altro, è anche vero che la seduta settimanale a Treviglio non è il G7 e se si concede alla neomamma assente di partecipare da remoto, non è di certo un dramma. Anche perché “da casa” non significa “con meno impegno”.
A entrambe le consigliere, comunque, suggerirei di non perdere troppo tempo in certe polemiche; non perché inutili (i temi posti sono davvero di spessore), ma perché i consigli comunali (e io, da cronista locale, ne ho seguiti tantissimi per molti anni) hanno la primaria funzione di risolvere i problemi pratici dei territori.
E la cosa davvero fondamentale è che a tali discussioni possa partecipare il maggior numero di consiglieri, in presenza o da remoto.