IN ATTESA DELLO SCROLLING, SA’L CUSTA?

di GHERARDO MAGRI – “Dottore, le facciamo una short overview sulle opportunities per il profiling dei suoi target, visto che il digital media sta overperformando in questo framework temporale così fluido”. “Va bene”, rispondo io, già molto sulla difensiva.

La scena si svolge durante una videochiamata tra il mio team composto da tre colleghi specialisti in pubblicità e, dall’altra parte del monitor, un editore conosciuto con la sua truppa di quattro esperti di comunicazione digitale. Ovviamente, il loro obiettivo è vendermi gli spazi. Conosco bene i trucchi del mestiere, ma sono invece acerbo sul lessico usato, parecchio incomprensibile per me.

“Sa, qui è una questione di clicking e di impressions che possiamo ottenere con i diversi format. Abbiamo un range completo di packages per ogni requirement e customer need. Se mi dà la chance di fare uno scrolling delle nostre best practice e della nostra expertise, vedrà che otterremo delle reach e dei GRPs da wow. Così mi darà il suo feedback e il suo sentiment delle nostre propositions”.

A metà della sua cosiddetta veloce presentazione – che durerà quaranta minuti interminabili – riesco solo a scatenare i miei, che usano per fortuna lo stesso linguaggio. Allora, la conversazione diventa uno sfoggio parossistico di inglesismi spinti da super tecnici. Ad ogni affermazione ad effetto viene fatta una controreplica o una domanda che stimola una lunga serie di neologismi creati per questi tipi di meeting. Li ascolto pure un po’ affascinato su come la gente può parlarsi in questo modo, ci vuole una certa preparazione. Oddio, se poi analizzo i pochi spezzoni detti in italiano, mi accorgo che sono orribilmente intercalati dai frequenti “come dire”, “un attimino”, “diciamo”, indice dell’impoverimento evidente del linguaggio di queste persone. L’effetto complessivo dell’eloquio è comunque devastante.

A un certo punto, sbotto “Scusi se non intervengo molto, mi tengo le domande da fare alla fine, perché al momento mi sto perdendo”. Subito interviene il loro grande capo “Certo, dottore, la capisco. Rossi, per favore, può venire più rapidamente al punto?”

Esausto come un pugile alle corde al dodicesimo round, riesco solo ad alzare la guardia per non prendere troppi ganci. Mi tengo, però, il mio uppercut segreto, proprio al termine di questo scempio di riunione, che poteva essere tranquillamente fatta solo tra esperti del ramo. Il mio fervorino è in puro stile diccì anni ‘70, pensato per uscire dalle secche e per sorprendere un po’ questi saccentoni.

“Vi ringrazio della esauriente presentazione, che dimostra la validità dell’approccio, ma mi corre l’obbligo di approfondire meglio i vantaggi e gli svantaggi dell’investimento suggerito per raggiungere un nostro equilibrio complessivo di fondo. Vorrei anche valutare, con la giusta ponderazione e il tempo necessario, alternative di altri mezzi di comunicazione che ci sono stati offerti di recente. Opportunità, peraltro, che reputo oltremodo allettanti. Vi sapremo dare una risposta a stretto giro di posta. Per altri dettagli vi prego di contattare le mie persone, ora devo purtroppo salutare perché mi aspetta una videochiamata piuttosto urgente”.

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