IMPARARE DA MALTA COME SI TRATTA L’IDIOTA SFREGIATORE D’ARTE

Quante volte sarà successo anche a voi di lanciare anatemi inferociti, vedendo qualche muro antico, qualche pietra, qualche stucco sfregiato dalle scritte dementi di un anonimo idiota, preso dalla frenesia di lasciare il proprio spregevole segno, a testimonianza della propria esistenza. Perché, mentre i grandi lasciano una traccia nella storia creando, i cretini, le nullità, la lasciano rovinando e distruggendo: è una legge matematica. Io non so quante volte ho maledetto gli sconosciuti autori di graffiti e scarabocchi assortiti, osservati sulle pietre, consumate dal tempo, della mia meravigliosa città: li ho maledetti e ho invocato per loro pene draconiane, ben sapendo che, in Italia, questa teppa la passa sempre liscia, sia quando rovina monumenti che quando imbratta gli altrui muri o devasta gli stadi.

Da noi, se uno studente, ad esempio, viene sorpreso a vandalizzare qualcosa, lo si ferma, gli si fa un rabbuffo, magari lo si sospende qualche giorno (col solito corollario di lavori socialmente utili e di psicologi) e, poi, che vada per la sua strada. Per fortuna, non tutti i paesi sono l’Italia: ci sono luoghi in cui la cultura è percepita come cosa viva e le sue testimonianze sono curate e protette. E, per conseguenza, chiunque minacci il patrimonio culturale viene trattato come un delinquente: non come uno sciocchino che ha commesso una leggerezza.

Di qui, l’esemplare sanzione che la magistratura maltese ha riservato a uno studente varesino in gita scolastica, evidentemente in vena di pennarellerie nel sito preistorico di Gigantia. Il giovinetto, pensando di compiere chissà che geniale operazione, ha ritenuto di dover scrivere qualche lettera senza senso sopra uno dei muri del sito archeologico, assai popolare a Malta. Il nostro furbacchione deve essersi detto: massì, dai, in fondo sono quattro sassi, che, in Italia, sarebbero già coperti di “Ti amo cricetina” e “Juve merda”. Cosa vuoi che sia se ci vergo sopra il mio iconico monogramma? Mal che vada, mi sgrideranno.

Sì, bravissimo: hai capito tutto, pollastro. Dovevi calare da Varese per portare il Verbo a questi trogloditi di isolani! I quali isolani, infatti, giusto per far capire che Malta non è l’Italia, hanno immediatamente blindato il ragazzotto, lo hanno processato per direttissima rifilandogli due anni e lo hanno rispedito a casa con un bel calcio nel preterito, la sospensione della pena e una multa di quindicimila euro. Capito i Maltesi?

E sono sicuro che il giovanoide, ma, soprattutto, i suoi genitori, che hanno tirato su cotanto fenomeno, la marachella gitaiola se la ricorderanno a lungo: soprattutto dal coté del salasso economico. Perché, ormai, la gente la capisce solo se la colpisci nel portafogli: altro che educazione alla cultura! E il giudice maltese ha fatto benissimo: anzi, gli farei un monumento equestre. Magari anche da noi il patrimonio artistico fosse difeso a colpi di multe salate, anziché di chiacchiere al vento: ci sarebbe per certo un drastico calo delle smanie graffitare di questi fessi di ragazzi, con tutto quel che ne consegue.

Quanto al monumento equestre al magistrato, se lo merita senz’altro: io, però, glielo innalzerei nella sua bella isola, non in Italia, a scanso di equivoci. Non vorrei che proprio la statua che celebra la lotta ai vandali venisse vandalizzata da qualche scemo che ci scrivesse sopra: “Io e te, tre metri sopra il cielo!”. Quando io, piuttosto, gli augurerei di starsene all’inferno.

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