IL SUONO DIVERSO DELLA VACANZA

Bossico

di DON ALBERTO CARRARA – Mi trovo, per qualche giorno, a Bossico. “Bossico è situato su un altopiano che domina la Val Borlezza, l’alta Val Cavallina ed il Lago d’Iseo con la Val Camonica. Dista circa 46 chilometri da Bergamo e 60 km da Brescia”: così recita Wikipedia.

Se dovessi dire che cosa ci faccio a Bossico, dovrei dire che sono in vacanza. Mi è successo, però, più di una volta, che qualcuno dei miei amici sfottosi abbia risposto provocatoriamente alla mia risposta dicendo che un pensionato non dovrebbe andare mai in vacanza perché è sempre in vacanza. Dunque, nel mio piccolo, rappresento enfaticamente un’esigenza radicata, profonda: bisogna partire, andare, fare vacanza, appunto. “Bisogna”: che strano! Perché “bisogna”?

Oltretutto Bossico non è Cortina d’Ampezzo. E qui non risultano presenti dei Vip dello spettacolo o della politica. E, anche se ci fossero, nessuno lo saprebbe perché nessuno si scomoderebbe per venire a verificare. Ancora: non sono cliente del Majestic Hotel, sempre a Cortina, ma della casa di mia sorella, gradevole ma assolutamente normale. Che senso ha, dunque, uscire qualche decina di chilometri da Bergamo e salire qualche centinaio di metri sul livello del mare (per l’esattezza: 860 metri sul livello del mare)?

Mentre sto scrivendo, guardo fuori dalla finestra. Alla mia destra sale la strada che percorre la Val Borlezza, dal lago d’Iseo fino a Clusone. Un po’ più a sinistra si vede la statale 42 che percorre la Val Cavallina, direzione Bergamo. A sinistra le piacevoli sinuosità del lago d’Iseo, con Montisola sullo sfondo. Mentre guardo fuori, una vespa volteggia contro i vetri della finestra. Poco fa un cane ha abbaiato a lungo, compulsivamente e, davanti all’entrata della casa, dei bambini giocavano e gridavano.

Niente di speciale, dunque. Tutto normale. Ma è una normalità dislocata rispetto a quella di tutti i giorni. E, mentre, per undici mesi all’anno, ci si sente rassicurati dalle cose previste, un mese all’anno si sente la necessità di sentirsi ravvivati dalle cose impreviste. Impreviste, anche solo perché capitano fuori casa, in un’altra casa.

Qui, poi, con la pineta dietro di me, le valli e il lago sotto di me, mi sento soprattutto tuffato nella natura: la natura diventa casa e la casa prende i suoni e i colori della natura.

In fondo, c’è più rumore a Bossico che in Piazza Vecchia, nel cuore della Bergamo Alta. Ma la sensazione immediata è che tutto sia più vicino e quindi più vero. Anzi, è proprio perché è più vero che c’è anche più rumore, e i rumori sono quelli del cane dei vicini e dei bambini, e non quelli dei turisti sconosciuti di Piazza Vecchia.

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