IL SAGGIO ALEX

di CRISTIANO GATTI – Adesso lo raccontano come un magnifico para-atleta, anche se con la forza di quelle braccia il para diventa pesantemente ridicolo. O lo raccontano come sfortunato ex-pilota, eroico a suo modo, nel risvegliarsi dal coma cercando subito un’altra via, per altre corse, sempre agonista, prima di tutto in eterna competizione con i propri limiti.

Certo Alex Zanardi è anche questo. Ma per quanto mi riguarda, dopo averlo conosciuto in varie occasioni per diversi motivi, io non riesco a vederlo come para-qualcosa. Non sono mai riuscito a vederlo senza gambe, limitato, impedito, poveraccio. Proprio non ci sono mai riuscito. Più spesso, ha fatto sentire limitato e impedito me. E chi l’ha frequentato anche solo per un minuto.

Senza sforzarmi, senza ricorrere a stupide compassioni, io ho sempre visto solo e semplicemente un’intelligenza. Aperta, curiosa, arguta, saggia. E questo, prima dell’ex pilota, prima del para-ciclista con le braccia, è Alex. E per questo Alex, adesso, io prego. Perchè è una persona davvero unica: bravo a guidare le macchine, bravo a pedalare con le mani, ma molto di più come persona.

Dopo quel tremendo botto in macchina, Alex è nato la seconda volta in una veste molto semplice e altrettanto originale, qualcosa che ha a che fare con il metafisico, cioè ben oltre la banale realtà del riscatto e della rivincita di tanti sfortunati. Alex ha saputo subito trasformarsi in grande estimatore, degustatore, promotore della vita. In tutte le sue manifestazioni. Dal 2001, dal giorno del botto, se l’è bevuta tutti i giorni a sorsate avide e compiaciute, con il fumetto “Slurp” sopra il sorriso. Con quella testa, con quella saggezza, si è rivelato un numero uno in qualunque strada intrapresa: come conduttore televisivo, come ciclista a mano, come testimonial dell’handicap. Come uomo.

Senza gambe, Alex sa correre più forte di tutti. Questo il fatto. Perchè corre con la testa. Ricordo una sera, anni fa, quando venne a cena in una sagra di piazza a Montefalco, in Umbria, sede di una tappa del Giro d’Italia, ma soprattutto paese d’origine del suo cittì e compare di goliardia Mario Valentini. Fece trascorrere a tanta gente una serata indimenticabile, con racconti veri e inventati, con barzellette innocenti e spinte, ma più che altro riversando al centro della tavolata un’umanità spessa e lucente come l’oro buono. E anche in tutte le altre occasioni, non è mai successo una volta che abbia cambiato registro, modo, stile, contenuto. Sgravato di tante fisime superflue, Alex è essenziale e profondo come un sapiente. E attraverso il dono della simpatia, non fatica a trasmettere in un amen l’intero suo patrimonio.

Che in un giorno qualunque sia finito sotto un Tir fa parte di questa storia strana e grandiosa. Come succede inevitabilmente a tutti quelli che vanno a cercarsi l’emozione di una vita piena, ci sta di andarsi a cercare in una pedalata benefica anche il tremendo incidente. Solo chi se ne sta a casa, rinchiuso nel proprio mondo piccolo e sicuro, non rischia mai il Tir. Chi vive sempre rischia sempre di morire.

Però, Alex, non è il momento. Non adesso. Gli scherzi sono il tuo forte, ma non farci questo. Non farebbe ridere nessuno. Hai ancora una sacco di cose da raccontarci e da dimostrarci, correndo senza gambe, velocissimo, più veloce del destino.

 

2 pensieri su “IL SAGGIO ALEX

  1. Rosa Maria dice:

    Leggo tutte le tue lettere Cristiano ma questa è speciale. Speciale come la persona di cui parli, Alex; speciale perché a me piace tanto! Mi piace la sua forza, il suo sorriso, la sua grinta che ne fanno di lui un grande uomo, una persona straordinaria, uno che ha saputo reinventarsi in triste momento facendo emergere l’uomo che tutti conosciamo. Forza Alex, anche questa volta puoi farcela!

  2. Floriana dice:

    Sei l’aedo di questi nostri tempi e con questo articolo ti sei superato.
    Alex sarà felice di poterlo leggere, ci vorrà qualche tempo, ma lo farà e i suoi occhi fanciulli, specchio di un’anima unica, sorrideranno felici.
    Cristiano sei maestro nell’arte del Kintsugi, con la differenza che tu, per curare e riparare ciò che si rompe, usi sì l’oro, quello prezioso che contengono le tue parole

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