IL RAPPORTO SESSUALE? NON ESISTE

di MICAELA UCCHIELLI (psicologa e psicoterapeuta) – Un provocatorio Lacan sosteneva che non esiste rapporto sessuale. Lacan amava dare scandalo con le parole, di cui conosceva, fin troppo bene, tanto il pacifico effetto di senso, quanto le perturbanti ambiguità.

Non esiste rapporto sessuale non significa che non esiste l’incontro dei corpi, i quali si uniscono, è evidente, nell’atto sessuale. Ma l’atto non è il rapporto. Quando si tratta di godimento sessuale gli esseri umani non entrano in rapporto ma restano divisi: ogni corpo gode da solo, auto eroticamente, insomma. Difficile questione.

Qualcuno spieghi Lacan, complicatissimo e geniale psicoanalista francese e, pare, grande seduttore.

Che significa che il godimento sessuale non unisce due soggetti in un rapporto?

Pensiamo all’uomo e alla donna come ad Achille e la tartaruga del paradosso di Zenone: l’uomo più veloce e l’animale più lento della terra sarebbero destinati a non incontrarsi mai. Fra i due ci sarebbe un’incolmabile distanza.

Quale? L’uomo e la donna, per essere più precisi dovremmo dire, il maschile e il femminile, accostano il rapporto da posizioni differenti.

La domanda femminile è domanda di segno della mancanza che scava nel partner, domanda di parole che le dicano che è l’unica, l’eccezione e, possibilmente, l’ultima donna di un uomo. La donna si colloca dal lato dell’essere.

La donna punta all’amore.

L’uomo dall’altro lato, punta invece a fare della donna la causa del suo desiderio, rivolgendosi feticisticamente, al pezzo di corpo, a quell’oggetto che, originariamente collocato nel corpo della madre, punta a ritrovare in quello di lei. Seni, gambe, occhi, natiche. A ciascuno il suo. L’uomo si colloca dal lato dell’avere.

L’uomo punta al godimento.

Se la donna domanda dunque di essere la sola, l’uomo deve invece rinunciare alla fantasia inconscia di possederle tutte: il fantasma maschile è, infatti, un fantasma collezionista.

Cosa renderebbe possibile, allora, l’incontro con l’altro sesso se nel sesso questo incontro lo si manca? L’amore.

Quando corrisposto l’amore funziona infatti come supplenza, realizzando l’illusione di completamento, platonico miraggio di fare delle due metà una, tenendo miracolosamente insieme desiderio e godimento.

Si ama l’altro in quanto supposto possedere ciò che mi manca e che potrebbe completarmi.

L’amore ha, in effetti, a che fare con la mancanza, chi ama domanda all’altro di mancargli, chi ama gioca ancora a nascondino.

Vi siete mai domandati come mai il gioco del nascondino piaccia così tanto ai bambini?

La domanda di sottofondo, che accompagna come colonna sonora quel gioco è: ti sono mancato? Nel farsi ritrovare il bambino non vuol verificare che questo. Se, in sua assenza, è mancato all’altro. Se la sua vita ha il potere di rendere quella dell’altro completa.

La domanda d’amore non è dunque domanda di regali, di cibo, di oggetti ma domanda di niente, domanda di segno. L’amore implica la dipendenza da questo segno, in particolare per una donna poichè essere desiderata e amata le fornisce una forma di supporto e consistenza. E non a caso sono soprattutto le donne a parlare d’amore nelle loro analisi: amore che tradisce, che manca, che fallisce, che delude, che ammala rendendo fragili e appesi alla presenza e all’assenza dell’amato.

Se l’amore è più presente nel discorso delle donne è perché esse hanno una prossimità e una confidenza maggiore con la loro mancanza, un saperci fare di cui l’uomo difetta, al punto che Lacan era solito dire che quando un uomo ama dovrebbe sempre, almeno un po’, amare come una donna.

 

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