IL PODIO DEGLI IMPIASTRI 2021: I NOSTRI OSCAR ALLA ROVESCIA

“Eppure è sempre vero anche il contrario”. Lo teorizzava uno dei più grandi filosofi contemporanei, il professor Bellavista da Napoli, icona di Luciano De Crescenzo. Un uomo dal quale Burioni, Pregliasco e la Capua devono aver attinto a piene mani la scienza. Eppure è sempre vero anche il contrario.

Rimanendo dentro il quesito papale “chi siamo noi per giudicare?”, crediamo ciecamente nel dogma. Quindi andiamo a scoprire il podio a rovescio, quello che sta agli antipodi rispetto al trio iperbolico e pluridecorato Gimbo Tamberi-Marcell Jacobs-Roberto Mancini (quello di Wembley).
È il podio dei perdenti, di chi era entrato nel 2021 da gigante e ne è uscito più o meno a pezzi. Esclusi i politici troppo inflazionati e i Covid addicted dalla lagna facile, ne ho individuati tre. Come si usa specificare su Twitter dopo avere copiato frasi di Shakespeare e di Crozza: “Qui solo opinioni personali“.

Medaglia di bronzo a Fedez. Per due exploit. Il primo al concertone del Primo Maggio, quando ha strillato alla censura mentre stava dicendo in diretta dal palco di piazza San Giovanni tutto ciò che doveva dire sulla fascinazione del ddl Zan e contro chi legittimamente si opponeva. Non entro nel merito, ma il metodo è singolare: un rapper con 13 milioni di follower, in grado di far comprare smalto per le unghie con una foto su Instagram mentre si scaccola dal lettone a baldacchino, che si autodefinisce censurato dalla Rai come se fosse un giornalista turco sulla lista di Erdogan o uno studente di Hong Kong al quale hanno appena sequestrato il ciclostile in cantina. Ci vuole del coraggio.

Il secondo exploit del marito della Ferragni è arrivato a novembre, quando con un video autoprodotto ha annunciato di voler scendere in politica per far ripartire il Paese. Interessante mettere a fuoco ciò che è accaduto in Italia in quei giorni: colpi di mitragliatrice pesante da destra per demolire il baluba, ammiccamenti interessati a sinistra (dopo Nanni Moretti mancava al gotha dem un guru da circo Medrano). Ma soprattutto pensosi editoriali su tutti i giornali, a schema fisso: qualcuno doveva raccogliere il testimone della protesta grillina. Mentre i Folli, i Severgnini e le Gruber flautavano aggettivi scritti e orali, lui si è fatto una risata e ha rivelato l’arcano: “Era solo battage per presentare il nuovo disco”. ”In politica stateci voi, poveracci”. E infine il colpo decisivo: “Visto in che stato versa il giornalismo italiano?”. Poiché il finale è strepitoso verrebbe voglia di metterlo sul podio giusto. Ma ormai è tardi.

Anche ad @ltroPensiero.net abbiamo un’alta considerazione delle quote rosa, quindi medaglia d’argento a Barbara D’Urso. Aveva tre programmi, gliene rimane mezzo. “Domenica Live” cancellato, “Non è la D’Urso” cancellato. A Carmelina resta “Pomeriggio 5”, però ridimensionato negli spazi televisivi. In questi giorni non presenta neppure quello perché è in ferie. Come Breznev con il raffreddore? Lo sapremo ai primi di gennaio. Per fortuna Piersilvio Berlusconi l’aveva presentata così: “Bravissima e tostissima, una professionista unica sempre sul pezzo”. Chissà se le fosse stata antipatica.

Momento più alto della stagione, quando lady D’Urso ha invitato un professore di Filosofia di Milano che si era rifiutato di continuare la lezione vedendo comparire in classe tre maschi vestiti da donna e pittati come drag queen. Loro si sono giustificati: “È la giornata contro i femmicidi”. Lui ha ribadito: “Fuori di qui. La scuola è il luogo dove si insegna il sapere e merita rispetto. Mi trovo a difendere la scuola di Croce, De Sanctis, Gramsci da chi vuole trasformarla nella scuola di Lady Gaga”. La D’Urso lo ha invitato e lo ha aggredito, massacrato, annientato in diretta. Poi ha subìto la reazione dei telespettatori, che hanno reso incandescenti i telefoni di Mediaset per protestare. All’”Isola dei famosi” c’è sempre posto.

Siamo alla medaglia d’oro, sorprendente e malinconica: Enrico Varriale. Ex vicedirettore di Raisport con simpatie grilline, è noto per aver invitato a “Novantesimo minuto” Luigi Di Maio nella speranza che capisse di calcio, ricevendo in cambio risposte lunari sul tempo. Nell’ambiente è anche conosciuto per l’aggressività con il microfono; ha collezionato liti con Cesare Maldini che lo chiamò “bassottino”, Dino Zoff, Carlo Mazzone, Josè Mourinho, Walter Zenga, Enrico Preziosi, Alberto Malesani e Claudio Lotito. Purtroppo adesso è nei guai per altre presunte manifestazioni d’ira: in settembre è stato indagato per stalking e lesioni nei confronti dell’ex compagna, che lo ha denunciato per percosse. Il tribunale di Roma ha disposto il “divieto di avvicinamento a meno di 300 metri”. Ad inizio dicembre un’altra donna lo ha accusato di essere stata malmenata da lui.

Varriale si è sempre dichiarato innocente: “Non ho mai stalkerizzato nessuno, mi sono state rivolte e rese pubbliche accuse false. Dimostrerò la loro infondatezza”. Poiché conosce la differenza fra calcio e calci, auguri soprattutto a lui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *