Nessuno che abbia il coraggio di ricordare il clima tossico di quell’estate, nessuno che osi segnalare il trattamento riservato a Paolo Rossi, con la scoria delle scommesse e una condizione fisica inaccettabile, nessuno che riscriva le cosacce su Bearzot, nessuno che rispolveri la creatina o carnitina, nessuno che riporti al centro le voci di combine tra Italia e Camerun e lo scoop di Beha e Chiodi.
Io preferisco citare quattro nomi e quattro cognomi con i quali ebbi il privilegio e la fortuna di lavorare e di vivere quel tempo: Giovanni Arpino, Gianni Brera, Mario Soldati, Beppe Viola. Dove sono ora in questo giornalismo contemporaneo? Tutto il resto è fuffa.