Bazzecole, già. Perché poche ore dopo la festa e i gavettoni di ferragosto, la raffica di notizie di cui sono infarciti telegiornali e quotidiani creano un senso di angoscia e smarrimento sopra la media, su un pianeta già così tormentato e impotente, prigioniero della furia dell’uomo.
Al bollettino agghiacciante sulla seconda ondata di Covid, dove le rivolte dei discotecari prendono più spazio delle scuole che non riaprono e gli aeroporti che richiudono, fanno da contraltare i ghiacciai che spariscono, altro bollettino quotidiano che viaggia di pari passo con la canicola insopportabile e spaventosi rovesci climatici. Si spezza una petroliera alle Mauritius, infuria la protesta bielorussa mentre Putin minaccia di supportare la repressione, tensioni crescenti tra turchi e curdi, scatta la battaglia elettorale americana che si preannuncia più torbida che mai tra droni e lutti che sfiorano o colpiscono Trump (in sinistro recupero di preferenze nei sondaggi).
Mentre il mondo soffoca, in Italia si sommano donne e bambini che scompaiono nel mistero, incidenti stradali che spazzano via vite come una mietitura sinistra, omicidi e suicidi raccapriccianti nella loro lugubre fantasia.
Anche un ottimista, positivo e credente fa fatica a trovare un po’ di luce. Un po’ d’aria. Eppure, nei meandri di una informazione funerea e oggettivamente spaventosa, descrittiva di scenari apocalittici quasi ad ogni latitudine, è possibile trovare quel che resta del buono. Che, a saper cercare, non è poco.
Cresce nel mondo il numero di aziende e privati che si impegnano nell’ecologico al dettaglio o su larga scala. Sono stato in molte scuole e università in questi due anni, per incontrare gli studenti: hanno chiara (in buona parte) la questione ambientale e (mi sembra) la visione sul corretto utilizzo dei social. Cresce l’impegno di scienziati e medici nella cura e nella ricerca di malattie tenaci, Covid compreso. Esistono gesti di solidarietà quotidiana, di umanità sorprendente, di sensibilità verso l’arte (a parte qualche turista beota), di impegno sociale che ci potrebbero restituire un filo di speranza. Non dovremmo cercare disperatamente un salvagente mentre dalla spiaggia vediamo qualcuno affogare: dovremmo averne decine lì, a disposizione, visibili e pratici da prendere e lanciare in mare.
Ci prova qualche testata come Corriere.it o Postizie.it (notizie positive) e nel nostro piccolo ci prova @ltropensiero.net : non è solo uno sterile esercizio per rinfrancare lo spirito, ma il tenace tentativo di mostrare degli esempi da seguire. Utopia cui una parte di questo uomo distorto che popola il pianeta, è ancora saldamente aggrappata.