IL GESTO VERO DEL CLOWN FERRERO: ALLA SAMP UNA CALCIATRICE DI HERAT

di LUCA SERAFINI – Ogni goccia fa il mare. L’insegnamento di Madre Teresa non è di tutti, non è per tutti, perché da pochi viene inteso (e soprattutto messo in pratica). Eppure è la storia stessa che ci insegna come i gesti, i fatti, le cose più piccole abbiano spesso generato i cambiamenti più grandi. Specie da chi meno te lo aspetti.

Batte l’agenzia ANSA: “Confermo la mia disponibilità”. Massimo Ferrero insiste: la Sampdoria, con la sua squadra femminile per la prima volta nella storia del club impegnata nel campionato di Serie A, è pronta ad accogliere una delle calciatrici di Herat che hanno raggiunto l’Italia dopo aver lasciato l’Afghanistan.

Secondo la volontà del suo presidente, spiegata all’ANSA, la Sampdoria ha già preso contatto con l’Ong di Firenze (Cospe, Road to Equality) che è stata la prima a lanciare il grido d’allarme e attende indicazioni, anche dalla FIGC, per trasformare la disponibilità in realtà. “Lo sport – sottolinea Ferrero all’ANSA – non deve chiudere gli occhi davanti alle tragedie del mondo”.

Tutti stiamo vivendo e patendo ciò che vediamo e ascoltiamo su Kabul e dintorni. Vi sono proposte politiche più o meno sensate, più o meno opportune dopo una cocente disfatta come quella delle democrazie occidentali in Afghanistan. Tutti ne parlano, ne parliamo. Qualcuno fa.

Il gesto di Ferrero, pittoresca icona del calcio italiano, uno che si presenta in tribuna vestito da Befana o con la sciarpa di lana in estate, ma discusso per motivazioni assai più opache rispetto al look, è – appunto – un gesto. Un bel gesto. Finalmente. Tra tante parole, una mano tesa. Un’idea concreta. Un dileggio plateale nei confronti del bieco maschilismo talebano.

Ha coraggio, Ferrero, perché questa sua piccola sfida lo espone più di qualsiasi frase di sdegno, a ritorsioni e forse vendette. Certamente qualche critica, anche, perché così va il mondo. Da chi meno te lo aspetti, ecco qua, ogni tanto arriva invece un segnale di accoglienza, civiltà, democrazia. più eclatante di qualsiasi propaganda.

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