di CRISTIANO GATTI – In mezzo a questa compulsiva frenesia natalizia, dovremmo trovare almeno un minuto per esprimere tutta la nostra solidarietà alle popolazioni che vivono nella provincia di Macerata. Non è per niente facile vivere a Macerata, di questi tempi. Non è facile per nessuno, abbiamo tutti a che fare con il Covid e con la depressione economica, ma oltre a queste calamità comuni loro hanno anche Domenico Guzzini.
Credo ormai che in Italia tutti conoscano questo stimato e riverito imprenditore che fa il presidente della locale Confindustria. Chi non lo conosceva, l’ha conosciuto attraverso il suo memorabile intervento al “Forum Made For Italy”, in cui si è premurato di dire alla platea, con il solito piagnisteo di categoria, “basta, bisogna riaprire, e se qualcuno muore, pazienza”.
Sembrava già abbastanza, come nuova disgrazia. Ma evidentemente questo è un talento assoluto, uno immarcabile come il povero Dieguito. Lo dimostra il seguito. Investito da legittima indignazione di popolo, eccolo inventarsi il secondo colpo di tacco, se possibile persino più geniale del primo: “Sinceramente chiedo scusa a tutti e in particolare alle famiglie toccate dal dramma del Covid. Ho fatto un’affermazione sbagliata, che non raffigura il mio pensiero. Ho realizzato quanto fosse grave e distante da ciò che penso”.
Non vorrei che l’avvenimento passasse sotto silenzio, senza il giusto rilievo. Siamo di fronte a un salto di qualità epocale, nel nostro modo di comunicare – di esprimerci – in pubblico. Da ora in poi, ci sarà un prima e un dopo Guzzini.
Prima la gente sparava pirlate e poi se la cavava banalmente con un pratico “sono stato frainteso, hanno estrapolato la frase dal contesto”, eccetera eccetera. Eventualmente, la richiesta di scuse, che tanto non si pagano da nessuna parte.
Con Guzzini, la svolta storica. Perveniamo nel mondo nuovo in cui gli esseri umani dicono esattamente ciò che non pensano. La parola disconnessa dal cervello, dal cuore, dall’anima. Volendo credere a Guzzini, c’è un Guzzini che spara in pubblico emerite fesserie, ma è un Guzzini nemmeno lontano parente, proprio non si conoscono, del Guzzini persona sensibile e molto saggia. Amici di Macerata, dovete farvene una ragione, a modo vostro siete al centro di un pianeta affascinante e inesplorato.
Adesso però che è tutto più chiaro, che Guzzini ha spiegato bene di non condividere una sola parola delle sue, che Guzzini anzi si dissocia duramente da se stesso, io la chiuderei qui senza aggiungere parole. Inesorabilmente legato al vecchio mondo, continuo a pronunciare solo le parole che penso: anche in questo caso dovrei aggiungerne alcune che penso davvero, ma non proprio educative.
Egr. Dott. Cristiano GATTI ,
in certi casi, tendenti esponenzialmente all’aumento con il progredire del genere umano , la sua caustica ironia (pungente sarebbe dir poco) è da tenersi ben stretta come la copertina di Linus.
Ovviamente, solo chi conosce Linus può intendere ciò che voglio dire. Non sarà una base culturale d’eccellenza , ma penso sia sufficiente nel caso “maceratese” che ci occupa.
Giust’appunto, mi sovviene che si usi anche dire “mandare al macero” il cervello (ed ogni altro ben di Dio) : forse quest’espressione è più calzante.
Ma Macerata non c’entra nulla : è un ridente centro della meravigliosa terra Marchigiana , in cui , come in tanti altri territori, ci sta…il profano così come il sacro. Avvicinandosi il Natale, può passare anche questa.
Peraltro, senza che il commento diventi predica, il punto a mio avviso resta un altro : va bene dire ciò che si pensa , è il minimo sindacale per chi voglia essere un uomo (od una donna, ci mancherebbe !) .
Ma credo sia poi anche il caso di FARE ciò che si è DETTO.
Ecco il motivo per cui , di fronte a comportamenti come quello che le ha solleticato la penna, non è assolutamente il caso che il sottoscritto – un vero caratteraccio – stia , pur pensandolo , a dire altro.
Cordialmente.
Fiorenzo Alessi