IL DOVERE DI DIRE: QUEL PULLMAN E’ UNA FOLLIA

di CRISTIANO GATTI – E comunque, a costo di uscirne da anti-italiano, non sono proprio sicuro che quel pullman con sopra gli azzurri in giro per Roma, ore e ore a destra e a sinistra, sia una buona idea. Proprio per niente. Non voglio farla lunga. Ma tutti abbiamo visto la marea di folla condensarsi sotto al pullman, senza mascherina. Non era questo il Paese ancora in lotta con le varianti?

Tutto questo mentre il mezzobusto parastatale Giorgino si compiace di mandare in diretta le fasi della processione nel cuore della Capitale, dicendo “la nazionale è avvolta dal calore della gente”, ovviamente nello stesso Tg in cui si dà conto in modo indignato della vergognosa festa nelle piazze dopo il trionfo londinese, dove “il calore della gente” viene dipinto come una follia pericolosa e suicida. Dissociati mentali.

E che sarà mai? Concediamoci una festa, ce la siamo meritata: è così che simpaticamente ci rispondiamo?

Va benissimo, chiudiamola in caciara e viva l’Italia. Allora però diciamoci anche una volta per tutte che l’incubo Covid è una fregnaccia, che la pandemia in Italia è finita e superata, che non serve più usare cautela. Diciamolo sempre, in tutti i casi, non solo per il pullman degli eroi. Diciamolo anche ai piccoli artigiani e ai ristoratori di valle che devono ancora misurare le distanze, indossare e imporre le mascherine nei loro locali, limitare l’afflusso, eccetera eccetera. Avvertiamo anche loro che il Covid non c’è più e che la processione di Roma è una buona idea. Diciamolo per tutta l’estate, sulle spiagge e nelle discoteche, diciamolo spensierati e festosi come dietro a quel pullman. Basta essere chiari e leali. Più che altro, giusti.

Io, che non sono anti-italiano e anzi amo la mia terra, non posso sopportare questa mentalità becera e svaccata, per cui le regole valgono a seconda. A seconda di chi vanno a toccare, a seconda di quanto conta qualcuno, a seconda del momento. A seconda della convenienza.

Non lo dico a chi va dietro al pullman degli azzurri, lo dico direttamente alla ministra Lamorgese, allo stesso presidente Draghi. Dico che mi risulta difficile incastrare quel pullman in giro per tutto il giorno nelle strade di Roma dentro “la politica di prevenzione e contenimento del virus”, dentro “il quadro dei severi controlli e delle ferme limitazioni che ancora si rendono necessari”.

Mi risulta più facile comprendere com’è la semplice realtà della politica italiana: si può limitare il respiro di chiunque, ma non si può dire un no a quelli del calcio. Il calcio è intoccabile, nemmeno a pensarci. Nessuno, tanto meno la Lamorgese e Draghi, ha il banale coraggio di dire un no al calcio. Feroci con le movide, trovano tanto umana e simpatica la calca dietro al pallone. La domanda che circola, nei nostri palazzi, è sempre la stessa: come fai a metterti contro il calcio? Già, come fai?

La risposta è sempre la stessa, puntualmente ignorata: fai. Ma questa è una risposta per statisti. Non è il loro genere.

4 pensieri su “IL DOVERE DI DIRE: QUEL PULLMAN E’ UNA FOLLIA

  1. Luca dice:

    Fatela finita, del contagio non importa niente a nessuno.
    Mr Mohito e Benita hanno deciso per la libertà di fare quel che si vuole alla faccia di quelli che crepano.
    Verranno votati dal 60% degli italiani e decideranno così.
    Amen

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