IL DOLORE INSOPPORTABILE DEL RAGAZZO PERFETTO

Mi ha molto colpito la drammatica morte di Luca Palmegiani, che ha scelto di “varcare il confine della gabbia che lo opprimeva” a 25 anni, lo scorso 11 gennaio. Tra l’altro ha scelto di farlo durante la convention nazionale del suo partito, Forza Italia, di cui era un promettente dirigente, alla cui organizzazione stava collaborando come militante.

Non conosco nulla della sua vicenda biografica, ma è facile immaginarlo come un ragazzo in gamba, preparato, impegnato politicamente come non molti suoi coetanei, desideroso di migliorare la società, attivo, capace di raggiungere traguardi significativi. Laureato nel 2024 in Scienza della Pubblica Amministrazione, era coordinatore provinciale (Latina) del settore giovanile del partito.

Pare siano molto toccanti la lettera con cui ha scelto di congedarsi e i messaggi postati nei social. Per rispetto di questo ragazzo ovviamente non entro assolutamente nel merito di una vicenda personale. Tuttavia, credo sia giusto proporre alcune considerazioni generali. Questa drammatica storia mostra quanto possa essere insidioso il male di vivere, che può colpire anche chi appare più fortunato: giovane, bello, colto, impegnato, con successo. E’ evidente quanto le impressioni superficiali possano essere ingannevoli.

Ai miei pazienti che attraversano un momento di depressione, dico che la domanda “Che ci campo a fare?” in sé non è assolutamente sbagliata. Anzi è la prova, per quanto sommaria, della ricerca di un senso alla propria esistenza, ovvero di ciò che differenzia l’uomo da tutti gli altri abitanti del pianeta.

Il problema semmai è nella risposta: qual è l’obiettivo della nostra vita? In che direzione stiamo andando? Quanto sono coerenti le nostre azioni, le nostre parole? Rispondere a questa domanda di senso per alcuni richiede una ricerca profonda, ma soprattutto onesta.

Non esiste un desiderio di morte, ma c’è per tutti il desiderio di non soffrire. Chi compie una scelta tanto tragica vive una disperazione che avverte insopportabile e, soprattutto, non riesce a individuare  altra via d’uscita per sfuggire al proprio dolore.

A tutti noi dimostrare, con il nostro impegno quotidiano, che anche nelle situazioni più difficili è possibile trovare alleanze, sostegno e comprensione.Pubblicità

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