IL CONTE DISARMANTE

Dunque Conte ha deciso la formazione. Giocano Corazza, Elmo, Elmetto, Scudo, Giubbotto I, Giubbotto II, Parastinco, Paranocca, Contraereo, Bunker, Intelligence. In panchina Stinger e Javelin.

Conte non è Antonio ma Giuseppe, o Giuseppi, per dirla in maniera internazionale. La sua formazione è solida e decisa, forte in difesa e catenacciara. E piuttosto ruffiana.

Ruffiana come le sue affermazioni, sì alle armi all’Ucraina, ma solo alle armi difensive. Puoi provare a schivarle, puoi provare a far rimbalzare le bombe, i proiettili, le mine, ma non puoi anticipare il colpo che sta per partire. Se un russo sta per colpirti non puoi coglierlo di sorpresa e neutralizzarlo, puoi solo provare a schivare il dardo.

Questa la sua idea di guerra, se sei l’aggredito devi fare l’aggredito, è scritto nel regolamento, e non puoi sparare, solo parare. Avresti dovuto dirlo prima.

Conte ha perso il senno da quando ha lasciato lo scranno ministeriale, è diventato arrogante e soprattutto ha cominciato a vestire la giacca e il pantalone di quel che si aspetta il suo popolo e non il completo che, a volte bene a vote male, portava anche con buon senso durante i suoi mandati presidenziali.

Se sei contrario all’invio di armi in Ucraina, dillo Conte, dillo e basta. Non farcela spessa con la storia delle armi offensive e difensive. Se vuoi salvarti la coscienza dillo che sei contrario e sia quel che sia.

Sì, ma, però, bum. Questo accade, buuuum. Io non so se si possa ironizzare sulla guerra, si può ironizzare su tutto credo, ma la melina sofista di Conte in queste ore è ben peggio di qualsiasi ironia sulla guerra.

Siamo tutti disposti a prendere in considerazione tutte le posizioni, ma non le posizioni di mezzo, non ora. Se Conte vuol fare il pacifista, lo faccia in modo risoluto, non sarà il primo e nemmeno il più nobile, nonostante il patronimico.

Ma lo faccia a spada tratta, sia pur sulla difensiva.

 

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