IL CONSOLANTE TRIONFO DELLO SPORT IMPERFETTO

Lo sport è precisione, esattezza, organizzazione… Nel mondo dei motori tutto si gioca sui millesimi di secondo, così nello sci. Non parliamo poi dell’atletica leggera. Ma anche il calcio. Io vecchietto ricordo che ai bei tempi che furono si sapeva che il terzino destro “teneva” l’ala sinistra avversaria, il terzino sinistro l’ala destra, il mediano sinistro la mezzala destra, il centromediano il centravanti avversario… e così via.

Adesso una partita non è solo scontro di giocatori, ma scontro di strategie, di tattiche… non bastano le abilità del singoli, ma l’organizzazione dell’insieme e spesso l’insieme conta più delle invenzioni dei singoli. Rivolgersi a Gasperini per saperne di più. Insomma, lo sport moderno è anche il trionfo della tecnica, dell’esattezza, dell’organizzazione.

Solo che, siccome tutto è organizzato, è possibile, perfino facile che, in tutto questo universo di precisioni e di precisini ci scappi, qua e là, prima o poi, la sbavatura imprevista. L’imperfezione. Così succede al Montmelò, dove si è svolta la gara di motociclismo. Il pilota spagnolo della Aprilia, Aleix Espargaro, nato e cresciuto nella vicina Granollers, sbaglia i calcoli sulla distanza della gara, forse non aveva le dita libere per contare i giri, pensa di essere all’ultimo giro e invece è al penultimo e così perde il secondo posto che si era brillantemente conquistato alle spalle del vincitore, Fabio Quartararo.

In altre pagine dei giornali si è parlato del Roland Garros, il notissimo torneo di tennis, dove Rafa Nadal, 36 anni, ha vinto per la quattordicesima volta. Ma non si è parlato solo dei suoi servizi, delle sue voleé e dei suoi diritti e dei suoi rovesci, ma anche del suo piede. Il suo piede infatti, “operato meno di un anno fa, gli ha fatto vedere le stelle per tutto il torneo, ma lui è comunque riuscito a giocare due settimane intensissime grazie ai continui trattamenti a cui il medico Angel Cotorro lo ha sottoposto prima di ogni partita”: così leggiamo nelle notizie dei siti internet.

E che dire poi di Wilfried Gnonto. E chi è costui? Così ci saremmo chiesti, fino a pochi giorni fa, tutti noi non strettamente addetti ai lavori, nel leggere quel cognome, più sconosciuto a noi di quanto non lo fosse Carneade per don Abbondio. Costui è quel ragazzino di 18 anni che ti fa la discesa sulla destra, fa un perfetto assist su cui irrompe Pellegrini che ti infilza il portiere tedesco. È il goal di Italia–Germania che permette a tutti noi di parlare di rinascita della nostra Nazionale. Se poi sia vera gloria, si vedrà. Ma intanto è vera gloria per Wilfried Gnonto, saltato fuori da chissà dove, certo non da un 3-4-3 o un 3-5-2 studiato in laboratorio.

Che bello, in fondo, che nel mondo dei millesimi di secondo, dei centimetri, delle strategie più raffinate facciano notizia la sbadataggine, un piede che fa male, lo sberleffo di un ragazzino che nessuno conosce. A proposito del ragazzino: leggo che ha fatto tre anni di classico (che poi ha dovuto abbandonare per gli impegni sportivi), che la sua materia preferita è il latino. Parla un perfetto italiano. In fondo, è imprevedibile e imperfetto pure questo, nel mondo dei ragazzi sottratti all’istruzione ancora in fasce per imparare subito ad occupare gli spazi. Chi se lo sarebbe aspettato da uno che si chiama Gnonto e ha la pelle più nera di quella di Koulibaly?

Lo sport, dunque, è la messa in scena della precisione e dei precisini ma, insieme, degli imprevisti che mandano a gambe per aria e precisione e precisini. Le vittorie sul filo di lana ci ricordano cosa sanno fare i campioni. Le sbadataggini e le improvvisazioni geniali ci ricordano che tutti i campioni sono uomini. È una fortuna essere campioni: ma lo sono in pochi. Ma è una fortuna ancora più grande essere uomini. E quello lo siamo tutti. Possiamo esserlo.

Un pensiero su “IL CONSOLANTE TRIONFO DELLO SPORT IMPERFETTO

  1. Marco dice:

    Che belle parole, che bel messaggio, acqua fresca in un periodo caratterizzato sempre più insistentemente sull’essere più belli, più forti, più ricchi.
    Lo sport a volte insegna, manda messaggi come questi da Lei evidenziati: è importante saperli cogliere.
    Grazie

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