La linea di fondo. In tutti i sensi. Metti il gol di Lautaro alla Fiorentina, conseguenza di un corner inventato dall’arbitro e dal suo assistente e da quelli di Lissone, al secolo i geni del Var.
Pallone oltre la linea di fondo (VEDI FOTO), appunto, per tutti, per chi seguiva la partita in tivvù, per chi era allo stadio, per gli stessi attori, Bastoni innanzitutto. Niente, hanno vinto il più furbo e il più incapace, calciatore e arbitro, la giustizia è un sostantivo che riempie la bocca e pulisce la coscienza, poi c’è la verità che è opposta, alla faccia delle tecnologie, delle duemila telecamere, dell’intelligenza artificiale, delle regole modernissime, di tutto l’armamentario che ormai è entrato stile Montero in questo giuoco antico, ridotto a poltiglia regolamentare. Ci spiegano i vertici arbitrali il giorno dopo, dall’alto del loro magistero e della loro assurda postura ineccepibile, che il Var non poteva rilevare quello sfondone, non lo prevede il regolamento, in punto di legge, sempre viva il regolamento e soprattutto chi lo fa. Commedia dell’assurdo.
Eppure ci vorrebbe poco, un atto di onestà da parte degli interessati, persino i calciatori idoli e modelli della cruva, niente, bugiardi senza gloria, si fanno il segno della croce e poi bestemmiano, si scambiano gagliardetti e poi si tuffano e truffano, pregano al cielo e ingannano in terra.
A questo punto si potrebbe benissimo cancellare le linee che marcano e demarcano il famoso rettangolo verde, si fa come capita, magari le borse come pali, tanto vale tutto, l’arbitro fischia a gradimento, quelli di Lissone continuano a giocare a ruba mazzetto, la gggente bercia contro i neri, il nostro meraviglioso pubblico gode di tutto ciò, tre corner-rigore, palla al centro si ricomincia.