Una forza della natura capace di bypassare anche la Chiesa: il calcio, con la sua arroganza, la sua avidità famelica, il suo incedere da caterpillar che travolge e schiaccia qualsiasi ostacolo in cui si imbatta. Il calcio, ormai un mostro senza il cuore di King Kong, né una creatura qualsiasi da coccolare sul palmo della mano. Divora carne e ossa con il braccio armato del calendario.
Già. Il calendario è diventato il pugno di ferro del pallone, un casellario da riempire in ogni buco, ogni fessura, ogni minimo pertugio. Si arriverà a giocare la mattina alle 9 in un giorno feriale, a mezzanotte di un prefestivo, magari del 31 dicembre con la scusa della suggestione e della festa. Campionato, Coppa nazionale, Champions, Europa League, Conference League, Mondiale per club, Mondiale per Nazionali, Coppe continentali per Nazionali, mini coppe e Conference per Nazionali, tournée estive ai lati del mondo, Monday night, lunch match, manca solo il breakfast match: si ingolfa la locomotiva per farla andare a soldi invece che a carbone.
Chissenefrega della stanchezza, degli infortuni, della regolarità delle competizioni: “rose” da 25/30 giocatori e il problema – se vi va – è risolto, altrimenti arrangiatevi. E voi che il calcio lo guardate e basta, pagate dal divano, allo stadio, al bar, purché paghiate per vedere.
Tutto questo sfogo da vecchia zitella inchiodata al passato, quando si giocava la domenica alle 14.30 e casomai il mercoledì in coppa, per dire che il 20 aprile la Lega ha fatto sapere che sono in programma alle 15 Empoli-Venezia, alle 18 Bologna-Inter, alle 20.45 Milan-Atalanta. Beh? Beh, il 20 aprile è la domenica di Pasqua.
Nessuna sorpresa, nessuna obiezione, solo la mia stizza boomer che amava passare quel giorno al mare. Ormai si gioca a Natale e Capodanno, a Ferragosto e ai Defunti, in Inghilterra lo fanno da sempre, cosa vuoi che sia. La gente è a casa per le Feste, si fanno più ascolti in tv.
Tutto giusto. Così va il mondo del calcio, così è se vi pare. Per di più, in tutta franchezza, sono l’ultimo a poter obiettare, essendo tra i figli fondatori di quella payperview che da Tele+2 divenne Sky: inventammo il posticipo, non posso che tacere. Mi fa specie però il silenzio della Chiesa. Una volta si irritava quando il pallone si sovrapponeva al crocefisso, oggi abbozza. Così come le famiglie, se vogliamo: la moglie, la mamma, ti diceva “Scordati di vedere la partita a Natale e Pasqua”, oggi tace. Come me, che un po’ mi sento in colpa e comunque il 20 aprile andrò a Messa alle 11 e allo stadio all’ora di cena. Taccio, non prima di avervi augurato sin d’ora Buona Pasqua.
Beh…e la Chiesa tace da sempre.Nessuna levata di scudi per le aperture domenicali e festivi del commercio.