Un presepe ogni tre abitanti: è il miracolo di Natale di Bazzano, borgo di 600 anime appoggiato sulle prime colline dell’Appennino parmense affacciate sul torrente Enza. Storicamente deve la sua notorietà a una pieve romanica con fonte battesimale che risale al decimo secolo, oltre che alla stagionatura dei prosciutti e al formaggio condiviso col Reggiano, ma da vent’anni è il Paese dei presepi. A pieno titolo: ce n’erano una trentina quando questa consuetudine non si era ancora tramutata in tradizione, quest’anno sfiorano i duecento. Di ogni tipo: dai canonici ai più estrosi, dai semplici ai più complessi. E di ogni materiale: da quello di recupero a quello di uso quotidiano.
Realizzati dagli abitanti nelle case e nelle corti, all’interno delle finestre o sui davanzali, ma anche dentro le siepi, lungo le strade e nei campi, tutti numerati e visitabili in un percorso che permette di conoscere ogni angolo di questa frazione di Neviano degli Arduini.
Entrare a Bazzano nelle settimane che precedono il Natale e si spingono fino all’Epifania è un’esperienza spirituale in tutti i sensi: nonostante la diversità di allestimenti e ambientazioni, è come far parte di un unico, interminabile presepe. Un risultato meraviglioso frutto di uno sforzo collettivo e soprattutto spontaneo, al quale gli abitanti negli anni hanno aderito sempre più numerosi, esibendo la loro capacità artigianale attraverso gli strumenti del lavoro quotidiano (il paesaggio realizzato col pane dal fornaio, la grotta ricavata nelle forme in metallo per il formaggio dal casaro) o più semplicemente con la fantasia (il presepe abitato dagli astronauti, quello che richiama a Henry Potter o quello con le automobiline, tutti proposti dai bambini).
Chi attraversa il paese nei giorni delle Festività si sente così proiettato in una realtà diversa, lontana dalle ostilità di quella quotidiana, e forse il vero miracolo di Bazzano è proprio questo: partendo da una semplice abitudine stagionale, aver restituito alla natività la sua anima francescana, che non è fare il presepe, ma viverlo.
Grazie per questo bellissimo articolo che coglie le motivazioni profonde individuali e collettive che ogni anno permettono di condividere con tante persone i nostri presepi