IL BABY-HACKER E’ TANTO SIMPATICO, MA NON C’E’ NIENTE DA RIDERE

Ricordate quel film con un giovanissimo Matthew Broderick, che si intitolava “Wargames”? Uno studentello con la passione dei videogiochi entrava nel sito del Norad, la massima struttura di difesa degli Stati Uniti: il computer del Norad si intrigava all’idea di giocare alla guerra, solo che faceva sul serio. Alla fine, ovviamente, tutto si sistemava, a un pelo dal conflitto globale termonucleare: non farlo più, eccetera eccetera.

La morale, allora, era quella di non scherzare col fuoco e, al contempo, una specie di blanda denuncia dei rischi legati a una gestione interamente automatica dei meccanismi di attacco, deterrenza e repressione. Qualcosa di simile allo Skynet di “Terminator”, ma meno cattivo e meno cupo. Tuttavia, l’idea della possibilità di una manomissione, di un’intrusione e anche, semplicemente, di un malfunzionamento dei perfettissimi sistemi di difesa era decisamente ventilata: parliamo degli anni Ottanta, o al massimo dei Novanta.

Che i più impenetrabili firewall informatici siano, in realtà, tutt’altro che invulnerabili, ci è stato confermato infinite volte: la notizia di hackers che violano banche dati o banche tout court è quasi una non notizia. Spesso e volentieri, sentiamo parlare di attacchi informatici a destra e a manca, di dossier criptati resi pubblici, di database sistematicamente saccheggiati. Insomma, sembrerebbe che, dai tempi di Cicco Simonetta, gran criptatore degli Sforza, tanto bravo da essere decapitato per il sospetto che vendesse informazioni al nemico, dato che solo lui poteva leggere certe carte, poco o nulla sia cambiato. “Enigma” era impenetrabile e, invece, Tuning scoperse il trucchetto: ci mise un po’, è vero, però, alla fine, la spuntò.

Oggi, non c’è nemmeno più bisogno di un genio come Tuning o della fantasia degli sceneggiatori californiani: basta un ragazzetto di Cesena col pallino dei computer. Già, perché è di questi giorni la notizia, tra il comico e l’inquietante, di uno studente cesenate che, per alzarsi la media in pagella, è entrato nel sito del Ministero, modificando i suoi voti, per così dire, ab origine. Ora, naturalmente il MPI non è la Sicurezza Nazionale, tuttavia, se tanto mi dà tanto! Perché, tra l’altro, il brillante giovane romagnolo sembra averci preso gusto e, con la stessa tecnica, si è messo a modificare le rotte nautiche commerciali nel Mediterraneo: il che è un tantino più preoccupante che falsificare un registro elettronico. Provate a immaginare una petroliera che vi s’infila in casa a venti nodi: ammetterete che lo scherzetto ha risvolti pericolosi.

Il ragazzo è stato denunciato alla Polizia Postale, ma, per esperienza diretta, posso già anticiparvi che non gli succederà un bel nulla. Nel frattempo, potete stare certi che il suo nominativo sarà attenzionato (Attenzionato? Ma come scrivo?) da innumerevoli agenzie informatiche: non sarà un fulmine a scuola, il piccolo hacker, ma certamente un lavoro se l’è già procurato con le sue scorribande in rete.

Che volete che vi dica? A me sembra un mondo di matti: tutto telematico, tutto domotico, tutto cibernetico e, poi, se salta la luce, siamo rovinati. Basta un giovincello con un pc che, dalla sua cameretta, giochi ai pirati, per mettere in crisi sistemi costati patrimoni e la cui sicurezza è garantita da superesperti con le cartebolle.

Certo, la notizia fa ridere, soprattutto pensando alla pomposa enfasi con cui il MPI esalta le sue conquiste informatiche. Però ci fa anche riflettere, perché, se un giorno si passasse dalla pubblica istruzione alla pubblica sicurezza, ci sarebbe poco da ridere. Se lo fa un ragazzino, dico io, lo può fare anche un malintenzionato. E, allora, altro che Polizia Postale!Pubblicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *