IL ’68 DEL VENTENNE CHE BRANDISCE SENECA E DANTE SUI SOCIAL

Non durerà, figuriamoci. Lui, essendo romagnolo, ha già frequentato le discoteche della riviera per poi prenderne le distanze, ma ha vent’anni e ci tornerà, figuriamoci.

Intanto però manda in corto circuito tutti i luoghi comuni che hanno a che fare con i giovani dei tempi che corrono. Tutti i luoghi comuni che hanno a che fare con i giovani e i social dei tempi che corrono. Lui, Edoardo Prati, è ormai una celebrità, una celebrità minore forse, ma i programmi televisivi non hanno potuto ignorarlo, perché i social non perdonano. Instagram e TikTok sono impietosi, dettano legge, ma può succedere che la legge sia quella che non ti aspetti.

Edoardo Prati frequenta i social, ma soprattutto frequenta la letteratura, la letteratura classica in particolare e ne fa un vanto. Ne fa un vanto e la rende affascinante al punto da sbancare: mezzo milione di follower su Instagram e 4 milioni di like su TikTok. Quindi si può e può succedere, c’è un mondo fatto di persone, di giovani e giovanissimi che si appassionano per Edoardo Prati che parla di letteratura, di classici latini e greci e classici della letteratura italiana e non.

“È il mio ’68, la mia forma di resistenza”. Ecco, questa è la sua dichiarazione che mi appassiona di più. Perché si può scendere in piazza per la movida, si può scendere in piazza per protestare e devastare tutto quello che si incontra. Si può scendere in piazza e cercare lo scontro a priori con le forze dell’ordine. Si può anche scendere in piazza ed esserci perché non si ha niente di meglio da fare.

Oppure si può fare il ’68 sui social, parlando di Seneca, di Petrarca, di Torquato Tasso, di Giovanni Pascoli, di Borges e persino di Paolo Nori. La formula della ‘rivoluzione silenziosa’ non rende giustizia a Edoardo Prati, perché non è silenziosa neanche un po’. I numeri dicono che Seneca e Petrarca possono ancora fare un sacco di rumore, non durerà e pazienza, ma per ora l’exploit di Edoardo strappa un sorriso e anche il digrignar di denti di chi davvero crede di poter fare la rivoluzione.

“La letteratura ti dice che non sei solo” è un’altra bella dichiarazione, non proprio originale forse, ma chi si occupa di giovani e disagio giovanile potrebbe spendere qualche secondo su questa affermazione. Inquadra senza pietà, e non credo involontariamente, il vero male assoluto del ventunesimo secolo, che travolge i giovani come gli adulti e gli anziani: la solitudine.

Ed è quanto mai significativo che questa semplice e incontestabile verità affiori dalle labbra di un ventenne che riscuote un tale successo sui social. Vent’anni, social, letteratura, solitudine: qui c’è tutto quel che serve per fare davvero la rivoluzione nelle vite di ognuno di noi e nel Paese che vogliamo. Se lo vogliamo.

Poi Edoardo può anche tornare in discoteca, con Seneca in tasca e senza vergognarsene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *