IBIZA, QUALCOSA SI MOVIDA

di LUCA SERAFINI – Che la vita e la movida siano riprese dopo un anno di chiusura e di silenzio, ci sono già tracce tangibili in moltissime spiagge dove le prenotazioni si riescono a fare di settimana in settimana e su qualcuna il lettino giornaliero è passato in 2 anni da 12 euro a 24.

Purtroppo, vi sono segni anche sulle pagine di cronaca. Prima una pazza scatenata su un volo Bergamo-Ibiza: rimproverata da una passeggera perché senza mascherina, ripresa da altri viaggiatori in un video diventato virale, si scaglia contro tutti con modi e toni volgari e violenti. Poi un fidanzato che butta dal balcone dell’hotel di Figueretas la fidanzata e si getta nel vuoto a sua volta, morti entrambi poco più che ventenni. Infine nella zona di Santa Eulalia una sparatoria che ferisce gravemente due nostri giovani connazionali, dopo che in una festa privata aveva fatto irruzione armato un altro nostro connazionale (nel frattempo si è costituto). Tutto questo solo negli ultimi 15 giorni.

«Sono fatti incresciosi che ci hanno coinvolto», dice Lanfranco Fabbro dal Viceconsolato italiano di Ibiza e Formentera, «ma per fortuna il trend che ci riguarda non è solo quello di qualche turista forsennato. In ufficio siamo sommersi da settimane da richieste per apertura di attività commerciali, importazione di prodotti dal nostro Paese, investimenti di varia natura. Il marchio tricolore ha sempre il suo peso e molti italiani guardano a queste isole ancora come a un posto favorevole per il lavoro e il futuro».

Rialzarsi non è facile nemmeno per Ibiza, ma certamente avverrà prima che in molti altri luoghi del mondo: ha riaperto tutto ciò che è sopravvissuto alla pandemia, bar hotel ristoranti club, sebbene al momento ancora con regole e disposizioni incerte e un po’ fumose. Tanto che Francina Armengol, presidente del governo delle Baleari, dopo una valanga di critiche è ora sotto “inchiesta” circa i protocolli imposti in questi ultimi tempi. È quella stessa Armengol attaccata pochi giorni fa per aver fatto il discorso di celebrazione dell’Ibiza calcio – promosso nella seconda divisione spagnola – in catalano e non in spagnolo (cui è ricorsa in seguito alle proteste di alcuni presenti).

Come detto, lettini e ombrelloni sulle spiagge sono esauriti in prenotazione per giorni, ristoranti e bar (quelli sopravvissuti alla lunghissima chiusura, che sono circa il 65% secondo uno studio della camera di commercio) sono pieni, ma tra le discoteche hanno potuto riaprire solo quelle con servizio ristorante: dopo cena, un paio d’ore di musica e buonanotte. L’orario della serrata è passato negli ultimi giorni dalle 23 a mezzanotte fino all’una e ora in via sperimentale sarà esteso per 15 giorni fino alle 2.

Prenotazioni e voli marciano a ritmo serrato, le compagnie aeree stanno completando il riempimento di tutti gli slot disponibili e per luglio l’affluenza è prevista al limite del sold-out. Per arrivare qui e per ripartire devi aver fatto il tampone rapido non oltre le 72 ore precedenti, oppure esserti già sottoposto ai 2 vaccini. In nessun locale pubblico all’aperto si può ancora fumare.

In questi 15 mesi Ibiza, anche in momenti di 0 contagi e 0 ricoveri, si era barricata: vero che le restrizioni hanno messo in ginocchio molto attività, ma l’equazione ha funzionato. Sono stati distribuiti aiuti ai privati (“erte”, il nostro “salvaitalia”) e alle aziende in regola, ma sostanzialmente rispetto alle esigenze degli oltre 140.000 abitanti (la comparazione con gli effettivi “residenti” è complicata) è stata data precedenza ai milioni di turisti che ora possono tornare in discreta libertà, avendo già restituito all’isola il titolo di meta preferita in Europa. Per vacanza ma, soprattutto per moltissimi italiani, anche lavoro.

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