I TRIONFI RUFFIANI DEI MANESKIN

A quanto pare il vero fatto del giorno è il trionfo – l’ennesimo – dei Maneskin a Las Vegas, dove hanno aperto il concerto dei Rolling Stones in un tripudio di folla fuori di testa, per dirla a modo loro. Clamoroso, non c’è proprio battuta d’arresto nella corsa alla popolarità dei trasgressivi trasgressori de noantri.

Sinceramente non ho i titoli per dire quanto questo successo corrisponda a un’effettiva caratura artistica dei nostri ragazzi, davvero non ci mi ci metto, confessando sui due piedi che come amante della musica sono a livello di tifo e di fede un inguaribile fan dei due Lucio, Battisti e Dalla.

Riconosciuti i miei limiti, voglio però prendermi anche tutta la libertà di dire che a me questi trasgressori non la raccontano giusta. Sarà che ho conosciuto per motivi di età la trasgressione vera, per cui come tanti ex ragazzi degli anni Settanta fiuto all’istante quant’è vera e quanto invece è abilmente costruita in laboratorio. Proprio in  virtù di questa competenza maturata negli anni, voglio dire tranquillamente ai cari Maneskin che per quanto mi riguarda faccio una bella tara al memorabile trionfo americano.

Su, non raccontiamocela: questo felice e indimenticabile battesimo americano è pesantemente condizionato dalla scelta furbina e studiata di presentarsi sul palco vestiti a stelle e strisce, che in America ha sempre il suo peso e fa sempre il suo effetto. Così almeno la vediamo noi, che all’epoca della ribellione contro l’imperialismo yankee mai e poi mai avremmo visto gruppi rock realmente trasgressivi presentarsi strizzati, con i pacchi ben in vista, nel tutino a stelle e strisce, ma nemmeno sotto tortura, ma nemmeno con la pistola alla tempia.

E allora: se i Maneskin, che gli imbonitori mediatici ci stanno rifilando in tutte le salse come il veramente nuovo e il veramente ribelle, non fanno una piega e non avvertono il minimo disagio a presentarsi sul palco vestiti da Zio Tom, con quella bandiera che in giro per il mondo tanti addirittura ancora bruciano come gesto di emancipazione e di libertà, se cioè quei video e quelle foto sono vere, allora cari Maneskin sapete che vi dico: godetevi i milioni a palate, godetevi questa popolarità planetaria ogni giorno più superlativa, però per cortesia non venitemi più a raccontare che siete fuori dagli schemi e fuori dalle righe, che il vostro rock duro è l’espressione di un sentire dell’anima contro gli schemi e contro il conformismo dei vostri tempi. Raccontatela come volete, ma voi di “contro” e di “trasgressivo” non avete neanche le unghie dei piedi.

Non è un discorso da vecchi o da giovani, di destra o di sinistra: è un semplice ed elementare esercizio di libera osservazione. Abituati a berci di tutto, non possiamo berci anche questa. Diciamo che qualcuno vi ha insegnato benissimo come cavalcare le regole e i meccanismi del sistema, dei vostri tempi, così da diventare icone vuote di una ribellione vuota. Meglio: finta, recitata.

A chi piace, a chi vi crede, cioè alla maggioranza, non c’è bisogno di dire altro. E’ inutile. Resta inteso però che a qualcuno non quadra proprio per niente, questa commedia surreale nei costumini attillati stars&stripes. A dirla tutta: a me sembrate banali, conformisti, opportunisti più di tutti i borghesucci che tra le righe volete scandalizzare. Ai tempi della trasgressione vera, quando la trasgressione era roba seria, voi ne sareste usciti solo con una patente: la patente dei superbi ruffiani. I migliori su piazza.

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