I SOLDI SCAPPANO DALL’ITALIA

di CRISTIANO GATTI – Entrando trionfalmente nella Fase 2,  è difficile dare torto a De Luca, il governatore della Campania, il quale non va archiviato come personaggio pittoresco per il solo fatto che Crozza ne fa una caricatura strepitosa, o per il solo fatto che lui stesso non usa borotalco e cottonfioc rivolgendosi agli scapigliati della sua regione: no, guardando alla sostanza, gli capita spesso di rivelarsi ottimo governatore. In questo caso, sulla riapertura, così si è espresso: “Faticheremo ad accorgerci che si riapre qualcosa. La verità è che ci eravamo già tutti portati avanti in proprio. C’è stato un autentico crollo, psicologico e istituzionale, della gente e di chi governa. Comprensibile, dopo tanto tempo di chiusure e divieti. Ma molto rischioso. Ormai in Italia non c’è più nessuno che controlli qualcosa”.

E’ meglio non nascondersi le verità, ripartendo. Ripartiamo proprio da qui, da alcuni dati basilari che sarebbe folle mascherare.

Per esempio, dal terrore degli scienziati e dei medici, che come chi ha rischiato di annegare non riescono a tornare in acqua, cioè alla normalità, rimarcando continuamente come il virus sia sempre qui, inamovibile, al nostro fianco, prontissimo a mordere di nuovo.

E poi ripartiamo da una situazione da mal di testa, parlando di condizioni economiche. Ai faciloni che berciano tutti i giorni di farneticanti soluzioni autartiche, basta, molliamo questa Europa che non ci sgancia le mancette, al diavolo i mercati cinici e crudeli, mandiamo tutti a quel paese e facciamo da soli, a questi simpatici presuntuosi conviene ricordare che attualmente sedici miliardi al giorno scappano dall’Italia. Quattrocentonovantadue nel solo mese di marzo. In cifre vere, non a chiacchiere, è la fuga di capitali dall’Italia verso gli altri paesi dell’eurozona. Un dato senza precedenti. Un record storico. Gli investitori mollano le azioni e i titoli pubblici nostri per andarsi a comprare quelli di altri Paesi. In più, ciò che sanno tutti, notizia pop: anche i flussi turistici ci stanno cancellando dal mappamondo. Basta questo per dire quanto il fetentissimo Covid abbia affondato le unghie nel corpaccione molle dell’Italia. Quanto l’Italia si impoverisca e perda soldi, giorno dopo giorno.

Sono tutti quanti delle vere carogne? Ci piaccia o no, queste sono le regole del gioco. Non possono piacerci quando ci conviene e schifarci quando fanno male. Così fanno i bambini nella partitella al parco giochi, magari portandosi via il pallone così non gioca più nessuno. In questo caso, il pallone è degli altri e possono continuare a giocare anche senza di noi. Purtroppo. Ma la cosa più idiota che ci possa venire in mente, a questo punto, è fare gli isterici e giocare da soli.

Meglio la consapevolezza. Meglio essere convinti che ricominciare non è automaticamente rinascere. Non è subito rivivere, come se niente fosse. Sicuri di questo, senza sbocchi di bile nazionalisti, bisogna entrare nell’ordine d’idee che non si riparte da dov’eravamo rimasti, ma più o meno da zero. Dobbiamo convincere tutti a tornare: con i fondi per gli investimenti e con le pinne per i bagni nel nostro mare.

Se saremo capaci di uscirne, ci confermeremo bravi italiani. Ma chissà se tutti hanno capito che nessun miracolo è possibile, mai e poi mai, se per idiozia e incoscienza ricadiamo nella Fase 2 del Coronavirus.

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