L’abito non fa il monaco, ma la divisa sì.
Forse meno nobile di altre, la divisa del vigile urbano di tanto in tanto ha bisogno di distinguersi e di farla strana, la contravvenzione. Diretta o indiretta, ognuno di noi ha esperienza di qualche contestazione eccessiva, bizzarra, contro ogni buon senso possibile.
La divisa del vigile urbano non ammette deroghe ed eccezioni, la divisa del vigile è inflessibile. Ricordo bene il capolavoro napoletano di qualche anno fa, era il 2020, l’anno del Covid: il camper della Caritas con a bordo i medici volontari che curano i barboni, i senzatetto, multato per divieto di sosta nel pieno della sua funzione. Tutto giusto, tutto corretto, tutto secondo le regole, ma che uomo è quello che non riesce a vedere gli estremi che inducono a soprassedere, l’uomo che in mancanza di rischi e pericoli non riesce a vedere la priorità e ignorare la piccola mancanza? Quell’uomo spesso è un vigile urbano, non me ne voglia la categoria.
Per esperienza diretta potrei rievocare l’inflessibilità tragicomica di alcuni vigili urbani alle prese con gli automezzi di Centri per disabili, pronti, anzi prontissimi, a sanzionare veicoli e autisti per veniali e innocue mancanze, dicasi tagliandi e cartellini latenti, pur nell’evidenza di ciurme meravigliosamente inconfondibili.
Ma pazienza, si vede che il vigile non ce la fa a essere ragionevole. In fondo è il suo riscatto per quella divisa tra le più bistrattate, tra le meno celebrate e anzi protagonista anche al cinema di commedie irresistibili, certo non lusinghiere.
L’ultimissima trovata viene da Genova. C’è questa postina motorizzata, Michela, che nell’esercizio delle sue funzioni fa un bel capitombolo, mentre è alla guida del suo scooter d’ordinanza. Fa un bel capitombolo per via di un avvallamento e di una buca, ma il vigile non ci sta. Pur di fronte alla depressione stradale e pur tradita dalla fossa, roba che ogni giorno provoca denunce ai comuni di mezza Italia da parte di pedoni e autisti, Michela merita la multa, la multa sacrosanta, perché non si è mostrata in grado di governare il mezzo. Perché per i vigili il mezzo doveva essere governato, nonostante l’asfalto traditore e del resto era un mezzo, mica un intero.
Michela intanto paga e poi fa ricorso, anche perché l’azienda si guarda bene dal coprirle le spalle, le Poste Italiane hanno ben altro a cui pensare e non mi inoltro per evitare il fin troppo facile sarcasmo sull’efficienza delle medesime.
Sempre lì, sempre a Genova, il precedente (di pochissimi giorni) dell’insegnante precario che va a festeggiare il posto in cattedra finalmente rimediato e saggiamente lascia a casa la macchina, per motivi di sicurezza, scegliendo la bici: ecco, ai vigili non interessa, lo fermano mentre torna a casa in bici e lo multano pesantemente perchè sa di alcol (1100 euro e 60 giorni di reclusione).
Però cari vigili, anzi Vigili, almeno Vigili di Genova, su, un po’ di buon senso. Forse non è la più nobile, ma quella divisa verrebbe decisamente più onorata se provaste a metterci meno inflessibilità e più buon senso. Più umanità. Se provaste a comprendere quando sussistono gli estremi per l’eccezione, che non è un favoritismo ma un sintomo di intelligenza.
Non è difficile, si può fare. A meno che non vogliate convincerci che se ne foste capaci non sareste vigili.