I PROFUGHI CATTOLICI IN FUGA DALLA SCHLEIN

Dare armi a Zelensky non è una soluzione, basta armi. La crisi energetica: per favore non parliamo di nucleare. La famiglia: non è solo quella tra uomo e donna, il genere non conta più, in definitiva non conta più del tutto l’idea della famiglia tradizionale.

A prima vista sembrerebbe l’agenda dei 5 Stelle, o al limite di Fratoianni e soci all’ala sinistra: in realtà è il programma del nuovo Pd, che ha scelto la Schlein proprio perchè queste sono le sue idee. In aggiunta, la nuova guida – il nuovo mito, dopo Veltroni, dopo Renzi, eccetera – è donna ed è pure lesbica con regolare fidanzata: dunque ha veramente tutto per piacere all’ipotesi moderna di un Pd moderno, qualunque cosa voglia dire, comunque lo intendano in quell’area.

Naturalmente si respira grande euforia, salvo alcuni guastafeste, tipo De Luca in Campania. Che sta con Bonaccini, benchè Bonaccini sia il primo ad applaudire e ad accodarsi alla nuova leader che l’ha umiliato. E’ tutto uno strano teatro, un po’ teatro dell’assurdo e un po’ commedia d’avanspettacolo. D’altra parte questi fenomeni sono gli stessi che mentre la gloria del Partito democratico andava in bancarotta, altro che crollo di Wall Street e Lehman Brothers, proprio nel periodo più buio della storia loro si prendevano tutto il tempo, con calma, mesi e mesi di coma per preparare la resa dei conti interna.

Eccolo qua il risultato: resta in piedi la figlia dell’americano cresciuta in Svizzera con tanta passione per l’Italia (ramo materno). Storica la sua frase, anche se a qualcuno non è suonata propriamente inedita: “Da adesso si cambia”.

Di nuovo. Cambiano tutto di nuovo. E pazienza se finora sono rimasti sempre uguali, anche dopo mutazioni genetiche da vertigine, tipo la Bolognina dell’89 che seppelliva il Pci, tipo la rottamazione renziana, tipo la fusione nucleare con l’atavico nemico democristiano. Nonostante tutti quei cambiamenti, bisogna cambiare di nuovo. E va bene. Ma prima ancora di cominciare la nuova mutazione, c’è già il più grosso dei problemi: l’ala cattolica imbarcata anni fa. Con questa nuova svolta a sinistra, bruscamente laicista, orgogliosamente LGBT, si segnalano già i mal di pancia. L’ex ministro Fioroni ha prontamente mandato il preavviso, così non ci può più stare, non gli si può chiedere di dimenticare che soltanto pochi giorni fa la nuova segretaria diceva – per parlar male di Bonaccini – una cosa del tipo “figuriamoci, Bonaccini fa cose con Fioroni…”. Non è più il mio partito, annuncia subito Fioroni, che peraltro avanza anche un’insinuazione molto cattiva: “Il Pd ormai è un partito di sinistra”. Effettivamente parecchio pesante, capace che presto riceva querela per diffamazione dal suo ex partito: tutto si può dire, non che sia un partito di sinistra, piano coi titoli.

Fioroni il primo, si parla della Serracchiani, presto altri in fila per il controesodo. Code al casello d’uscita. Mentre tutto questo succede, un personaggio guarda dall’alto come un drone e cinicamente sogghigna: ma certo, è Carletto Calenda (Renzi non risulta, Renzi non si sa, è sempre impegnato all’estero con la convegnistica e non è che possa dedicare tutto questo tempo all’Italia). Complimentandosi ufficialmente con la Schlein, Calenda accoglie l’insperabile assist delle primarie Pd come una grazia concessa dalla Beata Vergine di Fatima: uscito a brandelli dalle ultime regionali, si ritrova tra le mani il jolly che non immaginava più. I profughi democattolici, in fuga dalla Schlein e dal suo partito fluido, sono in cerca di una sistemazione. Fosse pure una baraccopoli o un centro di prima accoglienza. Comunque meglio del Pd ascendente 5 Stelle ascendente Fratoianni.

Lì, da Calenda, i Fioroni di ritorno ritroveranno la comfort-zone che sognano da anni, dalla volta che lasciarono per disperazione la loro casa naturale della Dc, franata sotto Tangentopoli e mai più ricostruita. Proprio allora, hanno iniziato l’interminabile attraversata del deserto, sopportando ogni sorta di flagello, ultimo proprio la Schlein. A quanto pare, l’incubo è terminato. Sono alla meta. Calenda è pronto ad accoglierli a braccia aperte nella terra promessa del centro. L’eterna terra promessa mai mantenuta.

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