Per il mio lavoro, ho un punto di osservazione privilegiato, anche se inevitabilmente molto parziale, su alcuni fenomeni di mutamento sociale che reputo interessanti.
Ad esempio, pochi si accorgono che sono in aumento gli adolescenti convinti di essere brutti, spesso del tutto immotivatamente, sino a giungere ai casi più gravi in cui si parla di una vera patologia, il dismorfismo corporeo.
Ovviamente, questo argomento è sempre stato importante in tutte le adolescenze, in qualsiasi epoca (va ricordato che l’adolescenza è una fase della vita comparsa in Occidente da un paio di secoli), ma recentemente il tema ha acquisito una rilevanza psicologica assai maggiore.
Innanzitutto viviamo in una società che ci impone il confronto continuo con modelli di bellezza e successo sociale realizzabili in astratto, ma nella realtà dolorosamente irraggiungibili.
Il fenomeno non è immediatamente percepibile, perché mentre la bellezza si sfoggia, la bruttezza si nasconde, e il suo presunto portatore si cela ed evita la visibilità, per la vergogna di sentirsi inadeguato. Chi non si piace rimane muto nella solitudine della relazione con l’inflessibile specchio.
Anche in questo caso i social giocano un ruolo importante, contribuendo alla diffusione di una cultura dell’immagine al posto delle parole, e questo alla lunga avrà conseguenze importanti sul nostro modo di pensare. La rete è piena di immagini, talvolta artefatte, di bei corpi, belle vacanze, belle auto, splendidi indumenti e finanche bellissimi piatti. E’ ovvio che il confronto può essere impari e scoraggiante, soprattutto laddove manca una capacità critica di lettura della realtà. Vi è una ricerca spasmodica della perfezione ed è troppo facile attribuire i propri insuccessi, assolutamente nella norma in un percorso di crescita, a qualche proprio difetto fisico, piuttosto che avviare una faticosa autocritica o un tentativo di modifica di propri aspetti relazionali più profondi.
Un ruolo importante nella mercificazione della bellezza, lo svolge anche la medicina estetica, con i suoi progressi tecnici. Ovviamente si tratta di una disciplina importantissima laddove si tratta di correggere problemi estetici reali, ma che si presta alle illusioni di giovani e non che attribuiscono ad un fattore estetico i loro insuccessi. Piuttosto che mettersi in discussione, è più facile modificare l’aspetto fisico per sconfiggere la paura di essere inadeguati e la sofferenza che ne consegue.
E dire che la bellezza è davvero importante e l’incontro con essa può essere fonte di benessere. Ma va intesa in senso più ampio. E’ innanzitutto armonia, coerenza delle forme, assenza di volgarità e di prepotenza espositiva. Andrebbe promossa la ricerca del bello, in ciascuno di noi, per quello che si è, senza ricorrere al mito di una perfezione illusoria.