I genitori di oggi, i loro figli, la società che si trasforma. In un’intervista a “Style Magazine”, lo psichiatra Paolo Crepet riassume la sua visione, a dir poco politicamente scorretta. Ma non per questo meno interessante e rispettabile. Ne riproponiamo la sintesi essenziale:
“L’idea che i genitori si siano trasformati in zombie che girano anche lo zucchero nel caffellatte dei figli adolescenti è superba. L’umanità non aveva ancora mai conosciuto un livello di intelligenza così basso”, afferma lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet, presentando il suo ultimo libro, dal titolo ‘Mordere il cielo’, su “Style Magazine”.
Nel saggio, Crepet si concentra sul concetto di educazione, sia genitoriale che scolastica, e sul ruolo fondamentale che questa riveste nella formazione degli “umani” di domani. Durante le presentazioni del libro, ha spesso puntato il dito contro i genitori di oggi, criticando alcuni comportamenti che tengono nei confronti dei figli, come quando ha definito “deficienti” coloro che rifanno lo zaino di scuola ai loro figli.
“Mia nonna, romagnola, quando si rivolgeva a me che sono stato sempre molto agitato (per usare un eufemismo), mi diceva: ‘badati’”, racconta lo psichiatra. Badarsi, aggiunge, “è un verbo strepitoso”. E sulla nonna. continua: “non aveva letto niente di Maria Montessori, ma l’aveva dentro di sé. Badati, ovvero: sei intelligente, hai 7-8 anni, e sono sufficienti per capire cosa stai facendo”.
Secondo Crepet, il problema di oggi è che “badiamo a tutto quello che fanno i nostri figli”. E questo, a suo avviso, è un problema che riguarda “l’umanità” nel suo complesso perché ha a che fare con la formazione delle generazioni di domani.
“Fai cose banalissime – continua Crepet – se hai la mamma che ti mette mille vincoli o che pensa che il gioco sia la playstation. Dovrebbe essere proibito. Ci occupiamo del grasso del prosciutto e non ci occupiamo della demenza precoce”.
Durante l’intervista, lo psichiatra afferma che se si trovasse a cena con George Orwell, scrittore del celebre romanzo distopico ‘1984’ morto nel 1950, gli direbbe: “Ce l’avevi col 1984 perché non hai visto il 2024. Te lo racconto io: è cento, mille volte peggio del 1984 con cui ci hai fatto paura. Perché quelle parole non siano più vane ma monito, dobbiamo tornare alla bellezza”. Come? “Andando in una scuola e dicendo: solo i più intelligenti tra voi andranno in Patagonia. Gli altri andranno a Formentera“, dice Crepet.
La scuola è una della grandi protagoniste del libro ‘Mordere il cielo’, in cui lo psichiatra sostiene che “ormai non viene più vissuta come luogo in cui si impara e ci si diverte”, ma solo un contesto “che si subisce”, andando già a “timbrare il cartellino”.
Cosa dovrebbe cambiare nella scuola di oggi secondo Crepet? “Bisognerebbe che la scuola premiasse le passioni, al di là dei compiti ministeriali, della burocrazia”, spiega. Allo studente si dovrebbe domandare: “Ti piace stare da solo in spiaggia? Hai visto dove si trova la più bella spiaggia del mondo? Alle Seychelles? Vai là appena puoi”.
Paolo Crepet conclude così: “il luogo strategico della scuola è il cortile”, perché è lì che “si trovano anche quelli che vengono cacciati dalla classe“.