I FURBASTREN

di ARIO GERVASUTTI – “Il no tedesco agli eurobond è gretto e vigliacco”. Se lo dice l’autorevole “Spiegel”, settimanale tedesco noto per una storica copertina in cui un piatto di spaghetti condito con una pistola accompagnava un servizio intitolato “Vacanze italiane”, forse potremmo anche crederci. Forse.

In realtà, a compensare l’inatteso guizzo d’ingegno di alcuni giornalisti tedeschi è subito arrivata un’altra sobria riflessione dell’autorevole quotidiano “Die Welt” (tutti i giornali fuori dall’Italia sono per definizione “autorevoli”, in virtù del fatto che quasi nessuno in Italia legge quello che pubblicano). “Die Welt” spiega dritto per dritto perché i tedeschi non vogliono che i Paesi europei si aiutino a vicenda per risollevarsi dalla crisi economica prodotta dal Coronavirus: “Aiuti senza limiti e senza controlli? In Italia la mafia non aspetta altro che una nuova pioggia di denaro da Bruxelles. Perciò, signora Merkel, punti i piedi”.

Ecco, è tutto qui. Riassunto con semplicità e sincerità. E se vogliamo essere sinceri anche noi, dobbiamo ammettere che un pensiero analogo ci è passato per la mente. Erano italiani quelli che al telefono, la notte del terremoto dell’Aquila, ridevano pregustando con l’acquolina in bocca gli affari lucrosi che avrebbero potuto combinare con i soldi che sarebbero arrivati per la ricostruzione. E sono italiani anche quei gentiluomini che nei giorni scorsi hanno creato una scatola vuota per partecipare a un appalto da 24 milioni di euro legati a una fornitura di mascherine inesistenti. Una truffa organizzata in tempi record. Insomma, materiale per dubitare dell’integrità e dell’onestà degli italiani, ce ne sarebbe.

Ma c’è un piccolo dettaglio che sfugge agli autorevoli giornalisti tedeschi e alla quasi totalità dei comuni cittadini in Germania. I gentiluomini di cui sopra oggi sono in galera. E soprattutto, la “pioggia di denaro da Bruxelles” finora non è caduta sul suolo italiano, né in occasione del terremoto né ora. La “pioggia di denaro” europeo (e quindi in larga parte anche italiano, visto che siamo “contribuenti netti”, ovvero versiamo in Europa più fondi di quanti ne riceviamo) è invece piovuta abbondantemente proprio sul suolo tedesco. E non per rimuovere macerie o costruire strumenti salvavita, ma per coprire i devastanti buchi delle banche tedesche i cui bilanci sono pieni di carta straccia, di “derivati” e altri strumenti della finanza tossica mondiale, che in virtù del ferreo controllo esercitato dalla Germania sugli organismi di Bruxelles sono magicamente esenti da colpe e rischi. Le banche tedesche sono in realtà le più esposte in Europa al rischio instabilità dei mercati finanziari, ma le autorità di vigilanza – così giustamente attente con i pastrocchi delle banche italiane – hanno tranquillamente ignorato il rischio del credito germanico e degli istituti del centro e nord Europa. I derivati in pancia a Deutsche Bank, per esempio, sono quasi 6 volte il patrimonio della stessa banca. In Italia, per molto, molto, molto meno sono state spazzate via banche e centinaia di persone sono finite a processo.

La vera differenza, alla faccia delle mafie: in Germania, i responsabili di queste situazioni governano. E ci danno lezioni. Ma visto che noi per primi chiudiamo gli occhi davanti a certe cose, forse hanno anche ragione.

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