GROTTESCO SCUOLA: I PRESIDI IN PIAZZA CONTRO LE OKKUPAZIONI

Intendiamoci, i cretini sono sempre esistiti: Gaio Valerio faceva cacciare il povero Mentula dal Parnaso a colpi di peti, tanto per dirne una. Solo che, oggi, i Mentula sono diventati legione e, oltre che al Parnaso, hanno dato la scalata anche ai sette colli di Roma: ovvero, per la verità, alle roccheforti più abbordabili dell’Urbe, vale a dire i suoi licei. La proverbiale stupidità degli studenti del Mamiani, tutti quanti figli di papà di matrice radical-sciccosa, ai miei tempi era leggenda: organizzavano occupazioni e sit-in per le più peregrine battaglie e la cosa si risolveva in canne a non finire, estenuanti dibattiti e qualche tentativo di partouze più o meno andato in porto.

Di questi tempi, però, la sensazione è che le occupazioni siano diventate soltanto una patetica routine, buona per fare danni e per portare alla ribalta qualche demagogo in pectore, del tipo di quello di Bologna coi denti da cavallo, di cui non rammento il nome: massì, quello delle sardine.

Ma parliamo dei danni. Questi genialoidi non si limitano ad inventarsi i più capziosi argomenti per fare casino: spaccano, sporcano, devastano tutto quello che capita loro a tiro. Poi, in un corto circuito totale, sono capaci di protestare perché la scuola manca di strutture e di risorse: o maledetti imbecilli, cominciate a rispettare le poche risorse che già ci sono!

Così, da una parte ci sono i rivoluzionari occupanti e, dall’altra, la maggioranza degli studenti che, alle loro bischerate, preferirebbe studiare. E, poi, ci sono i disoccupati: ovvero il prodotto finale di questa bella scuola accogliente e permissiva.

Già, permissiva, perché a questi quattro vuoti spaccatutto, alla fine, non succede niente: l’Associazione dei presidi, in questi giorni, ha addirittura protestato per l’inutile manfrina occupereccia. Capito bene? Protestato. I Presidi. Ossia quelli che, in un mondo normale, se fai qualcosa che non va ti ammoniscono, ti sospendono, ti cacciano da ogni scuola del regno. Ecco, oggi, i presidi protestano contro la protesta, come se fossero studentelli anche loro, vessati da quei cattivoni di qualche collettivo. Me li immagino, questi “tron de Dieu”, che, senza regolamenti su come si va al bagno e circolari sul cyberbullismo, si sentono nudi ed indifesi, alla mercè di un gruppetto di scioperati scioperanti. Siamo in buone mani, per la miseria: altro che “O Capitano, mio Capitano…”, qui siamo ai caporali di giornata, che non sono mai di ramazza.

Non mi dilungherò sull’inutilità, la pretestuosità, l’autoreferenzialità di queste occupazioni velleitarie, pilotate da vecchie volpi che utilizzano utili idioti, come Apis aveva utilizzato Gavrilo Princip a Sarajevo: non è più questo il punto. Che si tratti di idioti, utili o meno, è da tempo fuori discussione: che sia la Palestina o il governo Meloni, questi non sanno neppure di cosa vanno farneticando.

No, il punto sono gli altri: quelli normali. La gente che al lunedì prepara lo zainetto col Rocci o il Calonghi e, a mezzogiorno, se lo deve riportare a casa intonso, perché a Gaza bombardano gli ospedali. Quelli dovrebbero essere legittimamente inverminati per il fatto di perdersi ore di lezione e, quindi, occasioni di apprendere, perché qualcuno ha deciso di occupare il liceo. E, magari, lo sono pure: però in privato, fra le mura domestiche. Tanto è vero che i piccoli Che Guevara imperversano, inarrestati, intangibili, nonostante tutto deponga contro di loro: dal semplice buon senso al codice penale. E questo perché se ti azzardi a toccarli, la canea conformista ti monta un pieno infinito: i talk show traboccano di giornalisti e politicanti che deplorano la violenza, ma, a conti fatti, la lasciano serenamente applicare, quando chi la applica sia uno studentello con la bava alla bocca e la bomboletta pronta in mano.

Volete sapere cosa farei io? Lo volete sapere davvero? Li denuncerei: tutti, sempre, senza eccezioni. I capi d’accusa esistono già, la legge c’è già: basta applicarla. Svuoterei le scuole occupate in tutti i modi e farei un bel discorso anche ai genitori, favoreggianti o inerti. Ridarei ai dirigenti scolastici il titolo di “preside” e, con quello, autorevolezza e autorità. E farei pagare i danni ai vandali, fino all’ultimo centesimo. Una, due, cento volte. E scommettiamo che, quando la rivoluzione dovesse avere un prezzo, non troveremmo più rivoluzionari? Ma non accadrà mai. Come diceva un tale, governare gli Italiani, più che impossibile, è inutile.Pubblicità

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