Non credo che le cose siano andate effettivamente così, ma un dubbio, poco amletico, continua a battere in testa, come certi motori. Il Binotto è pienamente consapevole di quello che accade in pista durante i gran premi?
Riascoltando le registrazioni dell’ultima impresa di Silverstone si segnalano ripetuti inviti a Sainz di spingere sull’acceleratore e lo spagnolo, furibondo come un toro in corrida, risponde: “Ma finitela di dirmelo, lo so”.
Altro poi ha riguardato in modo spettacolare e ridicolo Leclerc, e per fortuna il ragazzo è nativo di Montecarlo e non di Scampia, altrimenti il dialogo e l’epilogo sarebbe differente.
Totale: John Elkann, il grande padrone dell’officina e, in contemporanea, della squadra di calcio, si ritrova con due gestori, ai box e a bordocampo, di non chiarissime qualità, al punto che a Torino e in provincia i tifosi della rossa e della bianconera hanno ribattezzato gli eroi della comica: Massimiliano Binotto e Mattia Allegri, là dove cambiando l’ordine dei nomi il prodotto non cambia, perché risulta del tutto inutile affidare talenti come Leclerc, Sainz, Vlahovic e Chiesa a tipi che sbagliano i disegni, i tempi, le scelte.
Binotto, che ha un identikit da cartoon, ha suggerito a Leclerc di tenere l’ala bassa, Allegri ha invitato Vlahovic a imparare. Dio li ha fatti e Elkann li ha uniti. Alla prossima.