GLI SCUDETTI DI BERGAMO

Si poteva pensare che a Bergamo funzionasse benissimo solo l’Atalanta, ma evidentemente non è così: a Bergamo funziona tutto, Bergamo è l’eden d’Italia, stando all’ultima classifica del Sole 24 ore. In testa alla serie A, in testa alla qualità della vita: c’è l’inconfessabile tentazione di montarsi la testa.

Parlo da testimone diretto: casualmente Bergamo è la mia città. Non posso dire di conoscerla come le mie tasche, perchè la conosco molto meglio delle mie tasche, che frequento poco. Ed è proprio davanti a questa città da scudetto, nello sport e nella vita, che mi sento in dovere di precisare un po’ meglio la questione: non tanto per discutere il lavoro del Sole 24 Ore, più che altro per consolare un minimo gli sventurati italiani costretti a vivere fuori Bergamo, non vorrei mai dovessero rosicare dall’invidia o magari disprezzare schifati casa loro.

Detto da qui, dal sensore che sono io a partire dal 1960:

Anche a Bergamo per un’ecografia o una risonanza nella sanità pubblica si può morire di vecchiaia (se non colpisce prima la malattia), tempi d’attesa che superano anche l’anno (nelle floridissime cliniche private, pagando, siamo i benvenuti il giorno dopo).

Anche a Bergamo i trapper si prendono a coltellate.

Anche a Bergamo le ragazze vengono ammazzate per niente (vedi solo negli ultimi mesi Costa Volpino, vedi Terno d’Isola, senza risalire a Yara).

Anche a Bergamo le ragazze e i ragazzi, ma in fondo tutti quanti, attraversano il piazzale della stazione con l’ansia di chi nuota tra i coccodrilli, comunque sempre meglio farsi venire a prendere.

Anche a Bergamo dopo una settimana di bel tempo l’aria è irrespirabile e mefitica.

Anche a Bergamo muoversi in macchina è un delirio assoluto, alla mattina delle mezz’ore per percorrere un paio di chilometri, dentro e fuori città.

Anche a Bergamo il costo della vita è altissimo, pure quello sì da scudetto, se possibile come e magari più di Milano.

Anche Bergamo, soprattutto Bergamo, consuma suolo (e verde, e agricoltura) a un ritmo forsennato, senza controllo e limitazioni, ritrovandosi in pochi decenni nella squallida capannonia immaginata da Michele Serra nel suo pregevole libro, con l’aggiunta che qui la metà dei capannoni è vuota e in vendita perchè ne hanno fatti troppi.

Anche Bergamo è bellissima, chi può negarlo, basta fare due passi dentro le Mura Venete, ma è bella davvero per chi se la può permettere, l’ultimo parcheggio aperto nella Città Alta costa 3,30 euro all’ora.

Ma soprattutto: anche Bergamo è sempre più piena di vuoto, con il liceo classico e le librerie che si contraggono e i centri commerciali che si riempiono nei week-end impazziti del turismo consumatore.

Ps: anche a Bergamo chi prova a sollevare certe questioni, a porre qualche dubbio, a raffreddare il narcisismo da primi della classe e da città modello, anche a Bergamo chi ci prova viene subito marchiato come disfattista, gufo, bastian contrario, inaffidabile, matto, perchè anche a Bergamo non interessa più il contenuto dei ragionamenti, ma solo etichettare il nemico e rinchiuderlo nell’angolo. Anche questa è qualità della vita.Pubblicità

2 pensieri su “GLI SCUDETTI DI BERGAMO

  1. giacomo dice:

    ottimo come il vino che invecchia!!! ma io mi chiedo…siamo diventati tutti così superficiali e stupidi per dichiarare il meglio senza vedete il peggio? diamoci un taglio e torniamo ad essere uomini e non omuncoli schierati su versanti che si assomigliano sempre di più nei “livelli”

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