GLI HACKER CHE RUBANO LE CARTELLE CLINICHE, LORO SI’ MALATI TERMINALI

Qualche terrorista della rete tempo fa ha ricattato la Ulss 6 veneta, tenendo in ostaggio migliaia di cartelle cliniche carpite dal sito e chiedendo un riscatto per scongiurare la pubblicazione dei dati sensibili.

Pochi giorni fa è scaduto l’ultimatum per il pagamento del riscatto, in bitcoin naturalmente, estorsione à la page, e subito la pubblicazione delle cartelle è effettivamente avvenuta, con nomi, cognomi, debolezze e malattie al vento, senza trucco, senza inganno e senza ritegno alcuno.

Nessuna pietà, nessun vaglio, un po’ come attaccare una nazione e colpire bersagli civili, possibilmente i più deboli e sinistrati, per far comprendere che non è uno scherzo.

Anoressia, disabilità, depressione, oncologia, minori in sospetto di abusi e altro ancora, nessun freno. Lo squallore assoluto.

Ma a proposito di sospetti, uno sorge inevitabile.

La persona, o più probabilmente le persone che hanno messo in piedi il baraccone mostrano abilità informatiche, cibernetiche, algoritmiche di grande spessore, ma siamo nel campo delle abilità virtuali. Tutti presi dal depistaggio e dall’arraffare in rete, cosa che per altro i pescatori fanno molto meglio da secoli e secoli, non si sono resi conto di aver commesso una gaffe imperdonabile per sedicenti geni della rete oscura: oltre alle cartelle sequestrate hanno messo in bella mostra anche le proprie.

Il confronto è impietoso: nelle cartelle carpite, oltre le diagnosi che i tonti truffaldini nemmeno vagamente sanno decifrare, si legge cura, speranza, avvenire, nelle loro si legge indirettamente una sentenza definitiva, la descrizione di una malattia incurabile, una malattia brutta, perché non dovrebbe essere di questo mondo.

Quindi perché cercare la terapia, il vaccino: lasciamoli deperire nell’indifferenza. Noi, e certamente le persone che hanno visto trafugate le loro cartelle, abbiamo già l’immunità di gregge nei confronti di questa piccola disumanità.

Intanto la Polizia di competenza sa facendo il suo, apprendiamo, e ne siamo felici.

Chi è stato malauguratamente coinvolto non se ne curi. Provi, se può, ad avere pietà di chi sta peggio, molto peggio di loro.

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