GLI ARRUFFAPOPOLO E QUELLA ROMA “DICOTOMICA”

Lo scrittore con il mozzicone fra i denti. Bell’immagine di un romanziere di un altro secolo, curvo sui propri appunti, isolato e pensieroso in una nuvola di tabacco. Vi state sbagliando, è una trappola, trattasi di Sarri Maurizio, allenatore di calcio, colto nell’atto di riportare su un taccuino note e pensieri, dopo appena un minuto di partita e intanto mastica amaro, per il risultato e per il sapore schifoso dell’ultimo morso di sigaretta. Un fenomeno, un classico esempio di sopravvalutazione parlante e allenante, un cafone (non è politically corretto ma è scorretto lui) con o senza la tuta, depositario di un calcio che non gli appartiene se non per contratto.

Non è l’unico, non è un uomo solo al comando, lo seguono altri arruffapopolo, alla voce Spalletti, Gasperini, Mourinho e l’Inzaghi “contizzato”. Non inserisco in questa lista Allegri Massimiliano perché è fuori registro, fuori da ogni logica, però presente per anni quattro nella stipula furba con casa Juve. Il livornese, detto acciughina, mi sembra più sardina, anche nel senso politico propagandistico, molta fuffa e rara sostanza.

Se il Sarri si addobba come un meccanico acquaeoliotutto a posto, Allegri sta addobbato come un manager di Borsa, tiene sempre le mani in tasca, veste aziendale, addirittura con paletot o impermeabile, appunto sembra uno lì per contratto e non per sudare con il resto della ditta. Post scriptum: Josè Mourinho, per stupire i borghesi, ha detto che la sua rosa di squadra è “dicotomica” e questa parola portoghese forse noi italiani non possiamo comprenderla. A parte l’etimologia greca, sarebbe stato più semplice dire che la Roma è divisa in due parti, come già si sapeva, Roma sud e Roma nord. O no?

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *