E’ lei la Manuzio del corsivo parlato, una litania di suoni, tra la nenia torinese e il milanese poco imbruttito, le vocali trascinate nella pronunzia e tutti a sollazzarsi credendo a una nuova koiné che ci rende tutti uguali e diversi, però eccentrici al punto che Maurizio Costanzo si è aggiunto ai manifestanti goduriosi dicendo che l’idea stuzzica la fantasia e lo stesso Draghi dovrebbe provare a pronunciare un discorso istituzionale proprio in corsivo.
Costanzo è depositario di una lingua vicina al T9 dei telefoni cellulari, spesso incomprensibile, ma con il corsivo dell’Esposito assumerebbe contorni grotteschi.
Ormai abbiamo superato il capo della grammatica italiana, tra una strambata e l’altra ormai tutto è possibile, prossimamente anche un insulto in grassetto, una bestemmia in bodoni, una preghiera in calibri.
Del resto già sono in uso altre forme grafiche, muoviamo indice e medio delle due mani per indicare le virgolette e si prevede anche il punto esclamativo e la parentesi graffa. Come suggerirebbe il Nuovo Dizionario Maurizio Costanzo, “conseagliai per glia acquistiai”.